Peccati di gola calabresi: il miele di fichi

Il miele di fichi è uno dei prodotti tipici calabresi che incuriosisce sia per la denominazione che per la sua versatilità di uso; ottenuto secondo tradizione propria della regione, si può ancora gustare acquistandolo su siti di vendita on line di prodotti calabresi nella loro offerta di referenze e sciccherie gastronomiche.

Ma andiamo per gradi: miele, vi chiederete??? In Calabria questo prodotto è infatti tipicamente ed impropriamente chiamato “miele” , ma non ha nulla a che fare con le api. In realtà è uno sciroppo di cotto di fichi calabresi realizzato facendo bollire i fichi in un po’ d’acqua, tirandoli (escludendo in pratica l’acqua in eccesso) fino ad ottenere una densità molto simile a quella del miele: ecco, forse è proprio la densità che ne da l’idea del più rinomato nettare prodotto dalle api!!

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Peccati di gola calabresi: il miele di fichi

Il miele di fichi è uno dei prodotti tipici calabresi che incuriosisce sia per la denominazione che per la sua versatilità di uso; ottenuto secondo tradizione propria della regione, si può ancora gustare acquistandolo su siti di vendita on line di prodotti calabresi nella loro offerta di referenze e sciccherie gastronomiche.

Ma andiamo per gradi: miele, vi chiederete??? In Calabria questo prodotto è infatti tipicamente ed impropriamente chiamato “miele” , ma non ha nulla a che fare con le api. In realtà è uno sciroppo di cotto di fichi calabresi realizzato facendo bollire i fichi in un po’ d’acqua, tirandoli (escludendo in pratica l’acqua in eccesso) fino ad ottenere una densità molto simile a quella del miele: ecco, forse è proprio la densità che ne da l’idea del più rinomato nettare prodotto dalle api!!

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Padova, il ritratto di una grande Collezione

La Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo celebra i suoi primi vent’anni di attività presentando fra l’altro al pubblico, nella sede restaurata del cinquecentesco Palazzo del Monte, due grandi mostre. La prima documenta, attraverso 20 fotografie, ciò che l’ente ha realizzato in questi vent’anni, la seconda ricorda, attraverso un’accurata selezione di 60 opere d’arte della propria collezione, la storia antica di cui la Fondazione è l’ultima erede. Le banche, come è noto, hanno custodito nel corso degli anni numerose opere d’arte. Così è stato anche per la Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, il cui patrimonio, oggi, è in parte proprietà della omonima Fondazione e che una grande mostra allestita nel restaurato Palazzo del Monte finalmente svela.  La mostra “Ritratto di una collezione” mette in evidenza lo splendore della grande arte. Alcune opere sono frutto di mirate acquisizioni sul mercato, finalizzate alla salvaguardia e alla tutela del patrimonio artistico del territorio. Le opere esposte, così come le altre non selezionate per la mostra, derivano anche dalle acquisizioni che la banca ha compiuto nei secoli scorsi, a seguito di insolvenze, di pegni non ritirati, vicende, spesso, di difficoltà economica di famiglie di prestigio, di nobili e di imprenditori.  Non stupisce quindi che la mostra allestita a Palazzo del Monte (storica sede di molte delle vicende sopra accennate) presenti alcune discontinuità, data l’origine naturalmente eterogenea della raccolta.

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Padova, il ritratto di una grande Collezione

La Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo celebra i suoi primi vent’anni di attività presentando fra l’altro al pubblico, nella sede restaurata del cinquecentesco Palazzo del Monte, due grandi mostre. La prima documenta, attraverso 20 fotografie, ciò che l’ente ha realizzato in questi vent’anni, la seconda ricorda, attraverso un’accurata selezione di 60 opere d’arte della propria collezione, la storia antica di cui la Fondazione è l’ultima erede. Le banche, come è noto, hanno custodito nel corso degli anni numerose opere d’arte. Così è stato anche per la Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, il cui patrimonio, oggi, è in parte proprietà della omonima Fondazione e che una grande mostra allestita nel restaurato Palazzo del Monte finalmente svela.  La mostra “Ritratto di una collezione” mette in evidenza lo splendore della grande arte. Alcune opere sono frutto di mirate acquisizioni sul mercato, finalizzate alla salvaguardia e alla tutela del patrimonio artistico del territorio. Le opere esposte, così come le altre non selezionate per la mostra, derivano anche dalle acquisizioni che la banca ha compiuto nei secoli scorsi, a seguito di insolvenze, di pegni non ritirati, vicende, spesso, di difficoltà economica di famiglie di prestigio, di nobili e di imprenditori.  Non stupisce quindi che la mostra allestita a Palazzo del Monte (storica sede di molte delle vicende sopra accennate) presenti alcune discontinuità, data l’origine naturalmente eterogenea della raccolta.

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