Mentre noi cincischiamo e temporeggiamo, loro agiscono. Mentre noi ci facciamo irretire dalle sirene buoniste, dalle lacrime facili, dai finto-integrazionisti e dai vecchiardi filosofi, loro iniziano a mettere ordine nella caoticità e nella babele delle culture importate, e ribadiscono che le regole del gioco sono quelle occidentali e non quelle di qualche usanza tribale orientale. Ecco dunque che la Francia approva la sua legge anti-burqa. Dalla primavera 2011, in pubblico e nei luoghi pubblici o aperti al pubblico, non sarà più possibile indossare il velo integrale islamico. Le donne della religione musulmana dovranno rassegnarsi: o stare a casa, oppure mostrare almeno il proprio viso, posto che il resto può essere tranquillamente coperto. Una scelta di civiltà, quella francese. Una scelta che ribadisce un fondamentale concetto: gli uomini sono tutti uguali e le donne sono uguali agli uomini. Tutti, quando camminano per strada ed entrano in un negozio o in un museo, devono poter essere riconoscibili e non possono e devono nascondersi dietro un pezzo di stoffa. E questo per due motivi.