Alla Galleria Gare 82 si confrontano e dialogano le sculture di Gabriele Garbolino Ru e le pitture di Giangi Pezzotti
Vis a Vis – Galleria Gare 82 – Brescia – Gabriele Garbolino Ru – Giangi Pezzotti – 14 giugno – 29 luglio 2023
VIS A VIS
Gabriele Garbolino Ru e Giangi Pezzotti
Il 24 giugno si è inaugurata all Galleria Gare 82 di Bresci la mostra Vis a vis, doppia personale di Gabriele Garbolino Ru e Giangi Pezzotti.
Gabriele Garbolino Ru è nato a Torino nel 1974. Attualmente è docente di Anatomia Artistica presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.
Partecipa a numerose mostre collettive, fiere d’arte ed è autore di diverse opere pubbliche.
Giangi Pezzotti è nato a Crema (CR) nel 1963.
Ha frequentato l’Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo e l’Accademia di Brera a Milano.
All’opera pittorica ha sempre accostato inoltre un vasto interesse per la calcografia, alla quale si dedica dal 1983.
La produzione incisoria vanta così collaborazioni con poeti come Franco Loi, Guido Oldani, Domenico Montalto, Francesco Vitali, realizzando cartelle e libri d’autore.
Ha partecipato a numerose mostre collettive e manifestazioni nazionali.
Nella mostra di Brescia, vengono presentati dunque i linguaggi diversi dei due artisti – l’uno la pittura, l’altro la scultura – che si articolano su livelli percettivi differenti e, messi a confronto per la prima volta.
Si sviluppa quindi in mostra un dialogo eterogeneo che trova radice comune nell’introspezione di una pratica artistica lenta e disciplinata.
Dalla resina al bronzo, dalla ceramica all’alluminio, le opere di Garbolino Ru raccontano dunque una scultura figurativa che, saldamente ancorata alla tradizione dell’atto creativo, delle proporzioni e dei volumi, descrive una contemporaneità nuova in cui l’uomo è colto in pose pensanti, gesti e sguardi con verità di forma e umana realtà.
La produzione di Pezzotti, pur mantenendo anch’essa il focus sulla figura umana, la slega però dai dettami della pittura accademica per diventare un rito spirituale in cui la ripetizione della gestualità della pennellata sulla tela diventa un mantra che trasporta così l’artista nella sua dimensione più intima, restituendola dunque sotto forma di composizioni ricche di simboli, essenziali nelle forme e libere nei colori.