Valerio Adami è artista di contaminazioni tra processi mentali e inconscio, tra pensiero e immagine, come evidenzia il titolo della mostra a Milano.

Valerio Adami. Immagine e pensiero

Dal 1° febbraio 2022, Dep Art Gallery di Milano presenta la mostra “Valerio Adami – Immagine e pensiero”, a cura di Gianluca Ranzi.

Nato nel 1935 a Bologna, Adami vive oggi tra Parigi e il Lago Maggiore.

Diplomato all’Accademia di Brera nel 1955 Adami ha viaggiato molto attraverso l’Europa, gli Stati Uniti, l’America Latina e l’India.

La vicenda internazionale, le conoscenze e le esperienze artistiche di quegli anni si ritrovano nel lavoro di Adami stesso.

Adami unisce a questi stimoli la fascinazione per la pittura di Oskar Kokoschka e di Francis Bacon, del Surrealismo e di Giorgio De Chirico, attingendo all’ondata pop inglese e americana e sviluppando presto una sua originale figurazione.

le sue opere sono segnate dalla figurazione sintetica e frammentata, giocata su campiture piatte, definite attraverso un segno-disegno tagliente.

Così Adami “ritaglia” netti contorni neri senza chiaroscuro e, come un montatore cinematografico, inserisce nell’opera parole e sigle.

Attraverso 28 opere scelte fra tele recenti di grande formato e opere degli anni ’70, la retrospettiva di Milano documenta la vitalità della ricerca visiva di un protagonista dell’arte italiana ed europea.

La mostra include una selezione di opere, viaggi, ritratti, miti greci, rappresentative di diversi momenti della ricerca di Valerio Adami, attivo già dalla fine degli anni Cinquanta nell’ambito di quella vasta tendenza artistica denominata Nuova Figurazione.

Una figurazione che, sulle ceneri dell’Informale, trova i suoi fulcri di elaborazione in Inghilterra e negli Stati Uniti, fino a farsi largo per tutta Europa assumendo articolazioni ed esiti diversi e talvolta persino contradditori.

Il titolo della mostra, Immagine e pensiero, fa riferimento all’apertura alla contaminazione tra processi mentali e inconscio, con le immagini della vita quotidiana e della cultura alta e bassa, attraverso procedimenti fotografici e filmici.

Lo si nota nelle opere in mostra, nelle lettere e nelle parole alla deriva sulla tela, nelle immagini dilatate, nelle tracce iconiche, nei transfert e nelle ripetizioni.