Il nome di Patch è legato alla riscoperta degli artisti toscani medievali di cui è considerato un anticipatore della loro fortuna critica ottocentesca
Il Museo Stefano Bardini di Firenze ospita la mostra THOMAS PATCH a Firenze. La memoria del Medioevo e del Rinascimento

Il Museo Stefano Bardini prende il nome dal suo ideatore Stefano Bardini (1836-1922), fra i più autorevoli antiquari italiani, che dopo anni di intensa attività commerciale decise di trasformare la propria collezione in museo e di donarla al Comune di Firenze.
Dal 3 ottobre 2025 Il Museo ospita la mostra Thomas Patch a Firenze. La memoria del Medioevo e del Rinascimento.
L’esposizione è promossa dal Comune di Firenze, curata da Giulia Coco e organizzata da Fondazione MUS.E con il coordinamento scientifico di Carlo Francini e Valentina Zucchi.
Nato a Exeter nel 1725 e stabilitosi a Firenze dal 1755, dopo un periodo romano segnato dall’espulsione papale, Patch fece della città sull’Arno la sua patria d’elezione.
Figura di rilievo nella comunità anglofona di Sir Horace Mann, fu pittore di vedute, caricaturista e studioso dei maestri toscani trecenteschi e quattrocenteschi.

Il suo nome è però legato soprattutto alla sua attività di divulgatore dell’arte toscana e alle sue relazioni che lo portarono a dialogare con eruditi, aristocratici e artisti, ponendolo al crocevia di una rete di relazioni che fecero di Firenze una tappa fondamentale del Grand Tour.
A Patch va anche il merito di aver favorito la riscoperta degli artisti toscani medievali anticipandone la fortuna critica ottocentesca.