In mostra a Milano lo spazialismo lumino-cromatico di Stefan Gierowski che combina due dei percorsi del lumino-cromatismo, la particella e il raggio, il punto e la linea.
STEFAN GIEROWSKI: Il Senso Dello Spazio, La Scelta Della Luce
Dal 4 maggio 2022 la galleria Dep Art di Milano presenta la mostra STEFAN GIEROWSKI: Il Senso Dello Spazio, La Scelta Della Luce, con opere di Lucio Fontana, Mario Nigro e Piero Dorazio.
STEFAN GIEROWSKI nato a Częstochowa nel 1925, è uno dei maggiori artisti polacchi del secondo dopoguerra che torna a esporre in Italia dopo la Biennale di Venezia del 1968.
La mostra intende rileggere la figura e la posizione di Gieroswki all’interno della corrente astratta del Novecento per affermare il suo ruolo di interlocutore fondamentale per la stagione informale a livello internazionale e restituire alla sua produzione quel posto eminente che gli è stato privato per varie contingenze e vicissitudini della Storia, prima tra tutti la Guerra fredda.
Ripercorrendo i periodi e gli snodi cruciali della sua produzione dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta del XX secolo, il progetto espositivo esplora il rapporto dell’artista polacco con la stagione informale italiana attraverso il confronto con alcune opere di Lucio Fontana, Mario Nigro e Piero Dorazio, rivelando analogie e parallelismi nelle rispettive poetiche nonostante non ci fu mai un vero e proprio contatto.
La mostra è curata da Michel Gauthier, curatore del Centre Pompidou di Parigi dal 2010, il quale si riferisce alla pittura di Gierowski come a “una struttura aperta in un punto su uno spazio infinito”.
Egli individua una caratteristica fondamentale del suo lavoro: dare profondità alla superficie pittorica. Questo desiderio di apertura del campo pittorico a uno spazio “totale”, oltre il piano ristretto del dipinto, è ciò che accomuna la ricerca dell’artista polacco con quella che negli stessi anni in Italia portavano avanti Fontana, Nigro e Dorazio.
Ciascuno con le proprie peculiarità, ha approcciato l’astrazione attraverso le categorie dello spazio, della luce e del colore per superare i limiti del quadro.
A questo miravano i tagli di Lucio Fontana, che aprono veri e propri squarci nella tela o le griglie prospettiche di Mario Nigro, che danno un’illusione di profondità spaziale, teatro di forze piuttosto che di forme, come pure le trame cromatiche di Piero Dorazio, che estendono all’infinito il gioco di linee di diversi colori.