Una grande mostra sulla smaterializzazione dell’arte dalle avanguardie del primo Novecento ai giorni nostri.
SALTO NEL VUOTO. ARTE AL DI LÀ DELLA MATERIA

BERGAMO – GAMeC Via San Tomaso, 53
Dal 03/02 al 28/05/2023
Il 2023 è l’anno in cui Bergamo assieme a Brescia può vantare il titolo di Capitale italiana della Cultura.
La Galleria d’arte Moderna e Contemporanea/GAMeC partecipa attivamente alla programmazione culturale straordinaria del 2023 a Bergamo con l’inaugurazione venerdì 3 febbraio della grande mostra collettiva SALTO NEL VUOTO. ARTE AL DI LA’ DELLA MATERIA.
La mostra rappresenta il terzo e ultimo capitolo del progetto espositivo pluriennale che GAMeC ha dedicato all’indagine sulla materia nell’arte del XX e del XXI secolo.
Avviata nel 2018 con la mostra Black Hole. Arte e matericità tra Informe e Invisibile e proseguita nel 2021 con Nulla è perduto. Arte e materia in trasformazione, Salto nel vuoto chiude la Trilogia della Materia esplorando il tema della smaterializzazione e creando un racconto trasversale che evidenzia le connessioni esistenti tra le indagini sul vuoto, intraprese dai primi movimenti dell’avanguardia storica e sviluppate dai gruppi sperimentali del secondo dopoguerra, e le ricerche sul flusso risalenti agli anni della prima informatizzazione e l’utilizzo di nuovi linguaggi e realtà simulate nell’epoca post-digitale.
La mostra, a cura di Lorenzo Giusti e Domenico Quaranta, presenta i lavori di alcuni grandi protagonisti e protagoniste della storia dell’arte del XX secolo e pionieri dell’arte digitale insieme ad autrici e autori delle generazioni più recenti, grazie ai prestiti di importanti istituzioni internazionali e di collezioni private.
Nello specifico, Salto nel vuoto rivolge lo sguardo a quegli artisti e artiste che, in tempi diversi, hanno indagato la dimensione del vuoto negandola nella sostanza o identificandola quale mera dimensione ideale, o il cui lavoro si è rivelato in grado di riflettere i cambiamenti epocali nella percezione della dimensione materiale, introdotti dall’emergere dei paradigmi del software e dell’informatizzazione, così come dalla rivoluzione digitale e dalla sua sistematizzazione.
La mostra si articola in tre sezioni tematiche – Vuoto, Flusso e Simulazione – che inquadrano altrettante modalità di messa a fuoco, rappresentazione ed espressione dei principi della smaterializzazione, e si snoda in un percorso esperienziale che sollecita la percezione dello spettatore da un punto di vista visivo e corporeo.
VUOTO
La prima sezione è dedicata alla rappresentazione del vuoto come spazio immateriale.
Contraddistinte dalla presenza dominante del bianco, nelle prime sale il percorso espositivo si snoda tra le estroflessioni di Agostino Bonalumi ed Enrico Castellani, i fogli in plastica trasparente perforati a cadenza regolare di Dadamaino, le composizioni minimaliste di Jean Degottex e Aiko Miyawaki fino alle sperimentazioni con la luce e lo spazio di Ann Veronica Janssens.
FLUSSO
La sezione Flusso presenta una selezione di opere di epoche diverse, dalle avanguardie storiche ai giorni nostri, testimoni del radicale impatto dell’informatizzazione e delle reti digitali sulla percezione della realtà materiale.
Le sale ospitano lavori di precursori come Giacomo Balla, Umberto Boccioni, František Kupka, Pablo Picasso; opere che introducono al dinamismo percettivo dell’Arte Programmata e di Fluxus insieme ad altri lavori degli anni Sessanta e Settanta che rappresentano sistemi complessi e basati su processi, istruzioni e programmi – da Agnes Martin a Roman Opałka, da Vera Molnár a Lillian F. Schwartz – accanto a numerose opere recenti di artiste e artisti internazionali.
SIMULAZIONE
La terza sezione si concentra sullo snodo tra reale e virtuale, in un percorso cronologicamente altalenante presenta opere di artisti che indagano criticamente l’impatto delle simulazioni sul nostro modo di percepire la realtà concreta come Lynn Hershman Leeson e Seth Price, tra gli altri .
Queste opere vengono poste in dialogo con altre che attraverso il mezzo pittorico, ne amplificano la percezione creando potenti illusioni visive come in artisti come Richard Estes, Duane Hanson, René Magritte e altre ancora che costruiscono realtà alternative convincenti e immersive, mediate o meno dall’uso di dispositivi tecnologici di realtà virtuale e realtà aumentata, in un percorso che procede da lavori pionieristici a opere recenti, da Rebecca Allen a John Gerrard, da Jon Rafman a Timur Si-Qin.