La Fondazione Terzo Pilastro internazionale propone a Palazzo Cipolla la prima grande personale di Quayola nella capitale.
Quayola a Palazzo Cipolla
La Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale è una fondazione di diritto privato, totalmente autonoma, che opera a livello internazionale per la promozione, la realizzazione e la diffusione di iniziative di valore sociale, culturale, formativo ed artistico.
A Palazzo Cipolla, sua sede romana, la Fondazione ospita dal 29 settembre la mostra Quayola a Palazzo Cipolla.
Davide Quagliolam, in arte Quayola (1988) è un artista romano che grazie alla sua creatività ed alla passione per i software di manipolazione grafica è diventato uno degli artisti contemporanei della new media art più affermati al mondo.
Quayola attualmente risiede a Londra.
Nella sua ricerca egli si confronta con la tradizione artistica occidentale e la reinterpreta attraverso le più avanzate tecnologie contemporanee.
Indaga i dialoghi e le collisioni imprevedibili, le tensioni e gli equilibri tra il reale e l’artificiale, il figurativo e l’astratto, il vecchio e nuovo.
Attraverso un lavoro di ricerca complesso e articolato Quayola analizza i capolavori dell’arte ed esplora la tensione esistente tra l’esperienza diretta e il punto di vista mediato dalla tecnologia
L’avvio è dato dall’immagine generata al computer, poi inizia il dialogo con i suoi collaboratori e lo sviluppo del progetto.
Il risultato non è la pura replica di un’opera esistente, ma la ricostruzione digitale di un archetipo classico, simbolico.
L’edificio storico di Palazzo Cipolla è lo spazio ideale per esporre l’arte di Quayola, animata da un confronto permanente tra l’educazione classica dell’artista e il suo uso quotidiano dei mezzi di espressione visiva più futuristici.
Le opere esposte, realizzate tra il 2007 e il 2021, ci restituiscono una panoramica del processo creativo dell’artista, passaggi temporali, futuri anticipati e passati ricostruiti.
Utilizzando sistemi di robotica, Intelligenza Artificiale (AI) e software generativi, Quayola trasforma la tecnologia computazionale in una nuova tavolozza di colori o scelta di scalpelli.
Il risultato è proposto in tre aree tematiche:
- iconografia classica, dipinti rinascimentali e del barocco trasformati in complesse composizioni digitali attraverso metodi computazionali,
- sculture non finite, ispirate alla tecnica michelangiolesca del non-finito scolpite mediante mezzi robotici.
- tradizione della pittura di paesaggio con rappresentazioni della natura, prodotte da un’arte generativa che evidenzia l’affascinante – benché paradossale – somiglianza tra il mondo naturale e quello digitale.
Dinanzi a videoproiezioni, sculture, e stampe ad altissima definizione, gli spettatori hanno la possibilità di confrontarsi con le incredibili potenzialità artistiche di questi mezzi espressivi – lontane dai cliché di una tecnologia disumanizzata – e di acquisire, inoltre, indispensabili strumenti di lettura della nostra società contemporanea.