Nino Caruso è stato uno dei protagonisti assoluti della ceramica alla ricerca continua di nuove esperienze artistiche e produttive.
NINO CARUSO. Forme della memoria e dello spazio
Dal 28 maggio 2022 il Museo Internazionale della Ceramica/MIC di Faenza ospita una importante mostra antologica che racconta oltre 50 anni di attività del grande scultore e designer Nino Caruso (1928-2017).
NINO CARUSO. Forme della memoria e dello spazio arriva a Faenza dopo due anni dalla mostra/omaggio organizzata in Giappone dal MIC assieme ai musei di Kyoto con il supporto dell’Archivio Nino Caruso.
Circa un centinaio di opere documentano l’intensa attività di questo protagonista della ceramica, meglio noto all’estero che non in Italia.
Caruso fu artista, ceramista, designer, scrittore; a lui si devono i primi scritti divulgativi sull’arte del fare ceramica, tradotti in tutto il mondo.
Innamoratosi della ceramica Caruso ha caratterizzato la sua vita e il suo lavoro alla ricerca continua di nuove esperienze artistiche e produttive, facendosi presto notare.
La sua prima mostra nel 1956 lo ha visto a Roma alla galleria L’incontro assieme a Guttuso e nel 1966 è tra i fondatori del CIPA Centro Italiano delle Produzioni d’Arte presieduto da Gio Ponti e assume il ruolo di segretario.
A partire dal 1965 inizia ad usare il polistirolo per realizzare stampi a colaggio in cui versa l’argilla, rivoluzionando il suo metodo di lavoro, alla ricerca di un nuovo rapporto scultura-architettura.
Inizia un profondo studio della modularità che assume una precisa funzione architettonica, sistema che gli aprirà collaborazioni significative con le aziende.
Docente di Progettazione ceramica nella cattedra che fu di Leoncillo a Roma, viaggia spesso negli Stati Uniti ove organizza mostre, workshop e seminari con Università americane.
Ma è il Giappone che lo attrae particolarmente.
Grazie a lunghi soggiorni egli entra in contatto con le tecniche delle ceramiche delle civiltà orientali avviando sperimentazioni innovative.
E’ un’attenzione particolare alle tematiche dell’antico applicate alla modernità che lo porta anche alla passione per l’arte etrusca, che gli vale importanti riconoscimenti con opere collocate in spazi pubblici in omaggio a questa significativa civiltà.
