Le parole scritte rappresentano il momento primordiale del lavoro di Marcello Maloberti, il più istintivo e sincero, in un continuo rapporto aperto con la realtà che lo circonda
MARCELLO MALOBERTI. Martellate.
Dal 26 marzo la Fondazione La Triennale di Milano propone una mostra personale dell’artista Marcello Maloberti dal titolo Martellate.
Nato a Codogno, Lodi nel 1966, Maloberti vive e lavora a Milano dove insegna Arti Visive alla Nuova Accademia di Belle Arti.
La mostra, a cura di Damiano Gullì, si presenta come il momento primordiale del lavoro dell’artista, il più istintivo e sincero, in un continuo rapporto aperto con la realtà che lo circonda.
Un autoritratto da condividere che si genera nel susseguirsi dei pensieri scritti.
Ogni frase si presenta come un mondo a sé: aforismi rinnovati, epigrafi che spaziano dalla poesia all’ironia, dall’uso del linguaggio verbale alla frase rubata, in un’incessante sovrapposizione di umori e di registri formali.
I frammenti impulsivi dell’artista diventano anche suono attraverso la voce di Lydia Mancinelli, compagna di vita di Carmelo Bene: un sonoro riproduce il vinile prodotto in collaborazione tra l’artista e XING (Bologna) dal titolo LYDIA MANCINELLI LEGGE MARCELLO MALOBERTI. MARTELLATE SCRITTI FIGHI 1990 – 2020, che si propaga nello spazio attraverso una lettura poetica e minimalista che porta idealmente su un palcoscenico invisibile.
Le frasi si muovono attraverso approcci digitali e cartacei a colpi di slogan.
Titoli ironici, diretti e irriverenti che conservano la freschezza delle conversazioni orali.
Frasi filosofiche, poetiche, politiche.
Frasi spiate, dette da altri, considerazioni personali.
Frammenti che vengono estrapolati e decontestualizzati per darsi in diversa forma.
Lo sguardo sovreccitato non può ignorare queste parole scritte, che ritornano come un urto, martellanti nella mente.