28 fotografie del ciclo Solo, in cui l’artista, attraverso filtri, sovrapposizioni, fuori-fuoco, ritrae volti di uomini, donne, bambini, tutti sospesi in una dimensione atemporale e poetica
Luisa Menazzi Moretti. Solo
MODENA- MATA ex Manifattura Tabacchi
Via della Manifattura Tabacchi n.83
Fino al 17 novembre 2019
Nata a Udine nel 1964, Luisa Menazzi Moretti all’età di tredici anni lascia l’Italia per trasferirsi con la famiglia negli Stati Uniti, dove in Texas, frequenta la high school per poi proseguire a Houston i suoi studi universitari.
In quegli anni sono ritratti di persone di cui nulla conosciamo, diverse tra loro per provenienza, età, condizione, e che non sembrano avere alcun legame tra loro se non l’appartenenza alla specie umana.
Il filo immaginario che le accomuna è una proiezione della fotografa sui loro destini e su un momento misterioso che dalla notte dei tempi l’uomo cerca di figurarsi, quello del sottile confine tra la vita e la morte.
Tra il loro sguardo e quello dello spettatore si frappongono barriere che idealmente preservano tra noi e loro un vincolo di fratellanza, ma segnano al tempo stesso un’impossibilità di condivisione.
Inizia la sua passione per la fotografia.
Frequenta corsi prediligendo la stampa e lo sviluppo in bianco e nero.
Ritorna a vivere in Europa, si laurea in Lingue e Letterature Straniere.
Vincitrice di numerosi premi di fotografia, espone da anni in molte gallerie private e Istituzioni pubbliche.
Luisa Menazzi Moretti. Solo
La Fondazione Arti Visive di Modena organizza fino al 17 novembre una mostra personale di questa artista/fotografa.
28 fotografie del ciclo Solo, in cui l’artista, attraverso filtri, sovrapposizioni, fuori-fuoco, ritrae volti di uomini, donne, bambini, tutti sospesi in una dimensione atemporale e poetica.
Concepita come un viaggio verso l’altrove, l’ignoto, l’ineffabile.
Attraverso questi ritratti di uomini, donne e bambini, la dimensione della morte non ha niente di tragico se non quella di un viaggio verso l’ignoto.
Sono ritratti di persone di cui nulla conosciamo, diverse tra loro per provenienza, età, condizione, e che non sembrano avere alcun legame tra loro se non l’appartenenza alla specie umana.
Il filo immaginario che le accomuna è una proiezione della fotografa sui loro destini e su un momento misterioso che dalla notte dei tempi l’uomo cerca di figurarsi, quello del sottile confine tra la vita e la morte.
Tra il loro sguardo e quello dello spettatore si frappongono barriere che idealmente preservano tra noi e loro un vincolo di fratellanza, ma segnano al tempo stesso un’impossibilità di condivisione.
ORARI
Fino al 17 novembre
mercoledì – giovedì – venerdì 11.00 – 13.00 e 16.00 – 19.00
sabato, domenica e festivi 11.00 – 19.00
INFO
TEL. +39 059.4270657