A Siena una mostra del creatore del movimento della Type Art Lorenzo Marini
LORENZO MARINI. Di segni e di sogni
Il Complesso Museale Santa Maria della Scala ospita dal 20 luglio al 20 ottobre 2021 la mostra DI SEGNI E DI SOGNI di Lorenzo Marini.
Dopo l’importante mostra tenuta a Venezia presso la Fondazione Bevilacqua La Masa, nell’estate 2020, la presentazione di inediti al Gaggenau hub di Milano e la personale all’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles, ancora in corso, Siena ospita una mostra che celebra il percorso artistico del creatore della corrente “TypeArt”.
Lorenzo Marini (Monselice 1958) è un artista italiano che vive e lavora fra Milano, Los Angeles e New York.
Marini ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Venezia con Emilio Vedova, ma si è laureato in architettura presso lo IUAV di Venezia.
Prima di dedicarsi a tempo pieno alla ricerca artistica Marini ha lavorato con successo nel mondo della pubblicità per trent’anni.
Nel 2016 Marini ha un’intuizione artistica che lo porta a celebrare la bellezza delle lettere.
Nel 2017, forte di questo successo, crea il “Manifesto per la liberazione delle lettere” diventando, di fatto, il caposcuola di un nuovo linguaggio artistico: quello di dedicare ad ogni singola lettera dell’alfabeto un’opera, liberando così le lettere dall’obbligo della funzione, per celebrarne la pura bellezza intrinseca.
E’ evidente l’influenza del pensiero futurista di Filippo Tommaso Marinetti e del suo Manifesto tecnico della letteratura futurista del 1912 nel lavoro di Marini e nella sua concezione della Type Art.
Egli è convinto che Marinetti ha liberato la parola, il suo manifesto vuol liberare la lettera.
Lorenzo Marini propone che la lettera possa essere liberata come la parola che la contiene – anzi, che la lettera possa essere intrinsecamente dinamica ed espressiva, indipendentemente dal fatto che una parola la contenga o meno.
Marini rappresenta le lettere in libertà.
A Siena non viene proposta una mostra tradizionale ma un viaggio itinerante tra cinque installazioni, la prima nella sala San Pio del Complesso con 22 opere che comprendono le ricerche iniziali sul type e sugli alfabeti, l’ultima nella Piazza del Campo.
Nella piazza egli propone un alfabeto scomposto fatto di 35 type circolari attraversabile e percorribile, un’opera che si completa per mezzo del pubblico attivo e non solamente spettatore.
Le altre sono l’installazione di acciaio specchiato “MirrorType” nella Cappella del Manto, un monolite che si accende e si spegne dopo secoli di silenzio nella sala Sant’Ansano è una pioggia di seimila lettere sospese tra le volte della sala San Galgano.
Il progetto ha come tema centrale l’interpretazione creativa delle lettere liberate, nelle loro più disparate dimensioni linguistiche.