La figura femminile è la protagonista indiscussa dell’opera di Liliana Cano.

LILIANA CANO Di Fronte ai tuoi occhi.

Il Museo Nivola di Orani, dedicato all’artista Costantino Nivola, di cui conserva una collezione di centinaia di opere di scultura, ospita anche mostre temporanee e residenze d’artista legate in prevalenza ai temi cruciali toccati da Nivola quali, in particolare, il rapporto fra arte, architettura e paesaggio.

Dal 27 febbraio 2022 il museo presenta una mostra personale dell’artista, goriziana di nascita ma sarda di origine e residenza, Liliana Cano (1924-2021).

La mostra rende omaggio a una pittrice che ha segnato con il suo lavoro ottant’anni di vita artistica in Sardegna, facendo della pittura la propria ragione di vita in un momento e in un contesto storico in cui una scelta simile era per una donna tutt’altro che facile.

Liliana Cano è stata una figura anticonvenzionale, indisciplinata e irruenta, ma anche amatissima per la sua capacità di parlare al pubblico con un linguaggio antielitario, immediato e diretto.

La mostra presenta l’opera di un’artista che attraverso la figurazione ha esaltato la forza della pittura, con immagini dall’intensa carica emotiva.

Non viene però presentata al pubblico una ricostruzione complessiva della lunga carriera dell’artista, ma piuttosto una chiave di lettura utile per comprendere il senso di un lavoro che nella sua voluta semplicità può rischiare di essere visto superficialmente, e talvolta lo è stato.

Al centro dell’opera di Liliana Cano è l’idea di una femminilità non remissiva né quieta, ma affermativa e orgogliosamente cosciente di sé stessa.

Infatti, la figura femminile è protagonista del suo lavoro: la troviamo nei molti ritratti tra gli anni Sessanta e gli ottanta che registrano in modo pungente le mode e i tic sociali del periodo, come nelle eroine del mito classico, le cui favole sono evocate come metafore di sentimenti ed emozioni universali.

L’opera di Liliana Cano è presentata in cinque sezioni tematiche:

• il ritratto, con particolare attenzione ai ritratti di famiglia in cui lo sguardo dell’artista si colora di una sfumatura più intima e privata;
• la socialità, con le scene corali di persone riunite in momenti conviviali, di svago o in manifestazioni di piazza;
• il mito, in cui riemergono la cultura classica di Cano e la sua fascinazione per il Mediterraneo;
• la natura morta, tema meno frequente nella sua produzione ma non meno degno di interesse;
• il paesaggio, animato da un senso panico della natura.

La mostra è a cura di Giuliana Altea, Antonella Camarda, Luca Cheri.