Una mostra che indaga l’opera di Boccioni prefuturista e l’evolversi della sua formazione tecnica ed estetica di un ventenne ricco di talento

Il giovane BOCCIONI

Nata nel 1986 Bottegantica è una galleria d’arte specializzata nella pittura italiana del XIX e XX secolo.

In tempi più recenti ha aggiunto alle sue attività anche l’arte contemporanea nella sezione Lab contemporary.

Per l’autunno 2021 la galleria ha programmato, con la convinzione di piena sicurezza dalla pandemia, una importante mostra su uno degli esponenti più significativi del futurismo italiano Umberto Boccioni.

La mostra Il giovane Boccioni presenta opere di Boccioni molto giovane, prima della sua breve ma intensa esperienza futurista.

La mostra è curata dalla storica dell’arte Virginia Baradel, tra i più accreditati studiosi di Boccioni prefuturista e presenta una selezione di opere che vanno dal 1901 al 1909.

Sono gli anni nei quali il pittore, allora ventenne, rafforza la sua vocazione artistica attraverso esperienze di studio condotte a Roma, Padova, Venezia e Milano, intervallate dall’importante soggiorno parigino del 1906 e dal successivo viaggio in Russia.

Attraverso queste opere giovanili, soprattutto nella produzione grafica, è possibile cogliere le diverse influenze che hanno segnato la formazione del giovane artista, dalle correnti figurative europee all’interesse per la tradizione classica e rinascimentale.

Ai lavori su carta, infatti è dedicato particolare interesse.

C’è un primo nucleo di disegni di impronta scolastica, da allievo di Giacomo balla, e poi della scuola di disegno pittorico e di nudo a Roma.

Segue poi una serie di opere riferite agli anni successivi in cui il tratto acquista sicurezza nel restituirci precise visioni architettoniche, ritratti curiosi – alcuni dei quali rasentano la caricatura – e figure umane di estrema sintesi formale.

Le necessità della quotidianità hanno portato il giovane Boccioni a realizzare lavori in tempera per usi quasi esclusivamente commerciali.

La mostra si conclude con le opere del periodo del periodo immediatamente successivo all’impatto che ha avuto sul suo lavoro la visione di opere di Giovanni Segantini, Carlo Fornara e di Gaetano Previati, ammirate alla Biennale di Venezia nel 1907.