Fabio Mauri si esprime con una varietà di media, abbracciando performance, film, sculture, installazioni e opere di media misti
Richard Saltoun Gallery di Roma propone la mostra IL CINEMA PER FABIO MAURI, aperta al pubblico fino al 27 aprile
Dal 19 marzo 2024 la galleria Richard Saltoun presenta nella sede romana di via Margutta la mostra il cinema di Fabio Mauri (1926-2009), curata da Laura Cherubini.
Con il titolo Il cinema per Fabio Mauri, la mostra riunisce opere dagli anni ’60 ai primi anni 2000, tra cui il film, la scultura e l’installazione dell’obiezione, lungo il tema centrale del cinema.
Nato a Roma nel 1926, Fabio Mauri fece i suoi primi passi nel mondo dell’arte nei primi anni ’50.
Artista, autore, docente, editore e intellettuale, il suo lavoro si distingue per intuizioni profetiche sul ruolo dello schermo nella società contemporanea e la ricerca sull’ideologia e la memoria.
Dal 1979 al 1996 è docente di estetica dell’esperimento all’Accademia delle belle arti di L’Aquila.
Ha partecipato alla Biennale di Venezia nel 1974, 1978, 1993, 2003, 2013, 2015 (postume) ed è stato invitato a Documenta (13) a Kassel. È morto a Roma nel 2009.
Come direttore della rinomata casa editrice Bompiani (di cui suo zio, Valentino Bompiani, era il fondatore), ha avuto un ruolo di primo piano all’interno dei circoli italiani di avanguardia ed è stato influenzato dalle sue amicizie con importanti ricerche di figure come il romanziere Italo Calvino e il semiologo Umberto Eco.
Al centro della galleria si trova Pitura, un grande proiettore cinematografico in cui la tela funge da film, incapsulando il dialogo continuo tra pittura e cinema nella pratica di Mauri.
