Le monumentali opere di Mitoraj dialogano con gli spazi aperti della Città delle Arti e delle Scienze di Valenza.
IGOR MITORAJ
La Ciudad de les Arts i les Ciències/Città delle Arti e le Scienze di Valenza rappresenta la più importante proiezione della città spagnola verso il futuro.
Si tratta di un complesso architettonico di edifici progettati dagli architetti Santiago Calatrava e Félix Candela che formano una sorta di cittadella che si estende per buona parte sul letto del fiume Turia, ora definitivamente deviato.
Dal 7 aprile al 16 ottobre, la Città delle Arti e delle Scienze si trasforma in una particolare sala di museo all’aperto.
I laghi dell’Hemisfèric, il Palau de les Arts, il Paseo de Cipreses, il Paseo de Arte e l’entrata ovest del museo delle Scienze ospitano infatti la mostra di Igor Mitoraj.
Nato nel 1944 a Oederan, un piccolo centro della Sassonia, da madre polacca e padre francese, e morto a Parigi nel 2014, Igor Mitoraj vive e si forma in Polonia dove a Cracovia frequenta l’Accademia di Belle Arti.
Dal 1968 comincia a viaggiare, studia a Parigi dove decide di dedicarsi esclusivamente alla scultura lavorando in un atelier messogli a disposizione dal Ministero della Cultura Francese.
Nel 1983 si trasferisce con abitazione e studio nella cittadina toscana di Pietrasanta, famosa per le sue fonderie e per la vicinanza alle cave di marmo.
Da allora e fino alla morte lo studio di Pietrasanta è stato il punto di riferimento costante del suo lavoro e il gallerista di riferimento in Italia è Contini di Venezia, che da subito ha creduto in lui e che, assieme all’ archivio Atelier Mitoraj, collabora alla realizzazione della mostra di Valenza.
Lo stile di Mitoraj è fortemente radicato nella tradizione classica, con una particolare attenzione ai busti maschili.
Tuttavia, lo colpiscono i danni subiti dalle sculture classiche, che egli enfatizza con la realizzazione di opere, spesso monumentali, che presentano grandi lacerazioni, arti e teste troncati.
Attraverso i pezzi ispirati alla cultura romana e greca, lo scultore polacco vuole trasmettere il disagio dell’uomo contemporaneo e la sua precarietà e fragilità, facendo rivivere con il suo lavoro l’idea che l’arte ha un’anima propria.
Mitoraj amava la realizzazione di opere monumentali utilizzando i più̀ diversi materiali quali marmo, bronzo e terracotta.
Il forte impatto emotivo sorge dall’accostamento delle sculture a scenari naturali, in particolar modo quando allestite in paesaggi mediterranei a cui l’artista era così affezionato.
Ora, quindici grandi sculture in bronzo, disposte strategicamente, impregnano la città delle Arti con la loro “bellezza rotta”, creando un magico incontro tra scienza, natura e arte nello stesso spazio.
Un invito a scoprire la nuova sfida della città delle Arti e delle Scienze per l’arte urbana e pubblica immergendosi nell’arte di Mitoraj in una piacevole passeggiata lungo l’antico letto del fiume Turia.