A Pisa in mostra la rivoluzione dei Macchiaioli, che hanno dato vita a una delle più originali avanguardie nell’Europa della seconda metà del XIX secolo
I MACCHIAIOLI
PISA – Palazzo Blu Arte e Cultura
Lungarno Gambacorti 9
Dal 08/10/2022 al 26/02/2023
Palazzo Blu Arte e Cultura è il centro di esposizioni temporanee e di attività culturali diverse gestito dalla Fondazione Pisa.
Posto sul Lungarno meridionale nel cuore del centro storico della città, l’antico palazzo nobiliare restaurato e gestito dalla Fondazione Pisa s’inserisce nel più ampio progetto di valorizzazione turistica del circuito di musei che si affacciano sul Lungarno, l’arteria di grande valore storico e culturale che attraversa la città da est a ovest.
Da sabato 8 ottobre il Palazzo ospita una delle sue grandi mostre, I MACCHIAIOLI, prodotta e organizzata da Fondazione Palazzo Blu e MondoMostre, con il contributo di Fondazione Pisa, a cura di Francesca Dini, storica dell’arte ed esperta tra le più autorevoli di questo movimento.
L’esposizione ripercorre l’entusiasmante evoluzione e insieme rivoluzione dei Macchiaioli, che hanno dato vita a una delle più originali avanguardie nell’Europa della seconda metà del XIX secolo.
Palazzo Blu presenta una retrospettiva di oltre 120 opere, per lo più capolavori provenienti da collezioni private, solitamente inaccessibili.
A questi prestiti si aggiungono poi quelle che arrivano da importanti istituzioni museali come le Gallerie degli Uffizi di Firenze, il Museo “Leonardo da Vinci” di Milano, la Galleria d’Arte Moderna – Musei di Genova Nervi e la Galleria Nazionale d’arte Moderna e Contemporanea di Roma.
Il Movimento artistico, tutto italiano, dei Macchiaioli è stato a lungo trascurato anche perché oscurato dall’impatto comunicativo dell’Impressionismo che ha monopolizzato l’attenzione degli organizzatori di esposizioni temporanee sull’arte del XIX secolo in Europa.
La riscoperta e popolarità tra il grande pubblico in Italia del Movimento si deve soprattutto alla storica mostra di Forte Belvedere a Firenze dei primi anni Settanta del secolo scorso.
Sull’arte dei macchiaioli molto si è detto e rappresentato, senza mai però riuscire a restituire appieno quella visibilità internazionale che le spetta.
Oggi più che mai, cadute le visioni nazionaliste a favore di uno sguardo europeista e internazionale, si è più propensi a stemperare la concezione franco-centrica della storia della pittura europea del XIX secolo e, senza sminuire la portata universale del messaggio impressionista, a evidenziare con maggiore oggettività i nessi vitali del dialogo culturale tra i popoli che hanno contribuito all’evoluzione della civiltà europea.
In questo contesto la vicenda dei Macchiaioli assume una rilevanza ancora più interessante, così come la Toscana, terra di elezione per loro esperienza artistica.
Questi pittori appaiono dunque per ciò che sono effettivamente stati, ovvero la chiave di un dialogo aperto, propositivo, onesto e audace con le più importanti comunità artistiche dell’Europa del tempo.
L’esposizione a Palazzo Blu, articolata in 11 sezioni, racconta dunque l’eccitante avventura di un gruppo di giovani pittori progressisti toscani desiderosi di prendere le distanze dall’istituzione accademica nella quale si erano formati.
I Macchiaioli giungono in breve tempo a scrivere una delle più poetiche e audaci pagine della storia dell’arte non solo italiana, affascinando con la pienezza formale e poetica di straordinari capolavori, dalle Cucitrici di camicie rosse di Borrani a Il canto di uno stornello di Lega, alla Battaglia di Magenta di Fattori per citare solo alcuni degli autori in mostra.
