A Manifesta 13 di Marsiglia la mostra di Giovanni Fontana, artista sensibile al pensiero Fluxus che ama definirsi poliartista
Giovanni Fontana. Epigenetic Poetry
La mostra Giovanni Fontana. Epigenetic Poetry presenta una serie di nuove opere, di grande formato, sviluppate specificamente dall’artista per il programma Parallèles
du Sud di Manifesta 13 Marseille.
Giovanni Fontana classe 1946, è un performer, architetto, poeta visuale e sonoro, che ama definirsi poliartista.
È autore di numerose pubblicazioni in forma tradizionale e multimediale.
Fontana è considerato uno dei maggiori protagonisti della Poesia Sonora a livello internazionale e le sue opere, che assemblano apparati elettronici per la proiezione di video e la diffusione di audio, rendono concreta la pluridimensionalità delle opere.
Si tratta di opere che oltre al loro valore sul piano visivo, hanno un rilievo sul piano testuale e si pongono altresì come vere e proprie partiture.
Tra le opere e gli interventi degli ultimi anni, Fontana ha realizzato nel 2015 il Poema Bonotto, videopoema pubblicato in USB pen-drive dalla Fondazione Bonotto.
Il Progetto Giovanni Fontana. Epigenetic Poetry è realizzato grazie al sostegno del programma di promozione dell’arte contemporanea italiana nel mondo del Ministero italiano per i Beni e le Attività Culturali.
Ospitato nella sede del CIPM/ Centre International de Poésie Marseille è reso possibile dalla collaborazione con Alphabetville e la Fondazione Bonotto.
La Fondazione Bonotto con sede a Colceresa in provincia di Vicenza è la più importante e completa raccolta italiana del movimento artistico internazionale FLUXUS.
(https://www.fondazionebonotto.org/en)
Patrizio Peterlini, direttore della Fondazione e curatore della mostra, organizza lo spazio in una grande installazione sonora e visiva che, grazie all’utilizzo di nuove tecnologie, tende ad ampliare il concetto di intermedialità che la sostiene.
Attraverso postazioni video e audio c’è la possibilità di vedere e ascoltare una serie di contenuti in relazione alle opere esposte.
E’ una mostra sensibile al pensiero di quegli artisti Fluxus che negli anni sessanta del Novecento aspiravano a superare la tradizionale divisione dei domini dell’estetica mediante uno sconfinamento radicale dell’operare artistico nel ‘flusso’ della vita quotidiana favorendo la fusione di più codici e linguaggi artistici.