L’artista che dà nuova vita agli antichi caratteri di stampa dismessi dalla moderne tecnologie.
Giorgio Milani: La Scrittura Come Enigma
Volumnia è uno spazio immenso: una chiesa sconsacrata nel cuore di Piacenza che la gallerista Enrica de Micheli ha riattivato come sede espositiva, inaugurata nel 2019.
Questo spazio mozzafiato, immerso nella storia, con radici ai piedi di maestosi colonnati che si innalzano per dozzine di metri da terra, ospita dal 20 ottobre 2020 una grande mostra di Giorgio Milani (1946)
L’esposizione, curata da Elena Pontiggia, propone 120 opere dell’artista piacentino, fra quadri e sculture in gran parte inedite, divise in dieci sezioni che documentano i suoi cicli più importanti, dalle Torri di Gutenberg alle Babeli e ai Poetari Oriente Occidente, dalle Sublimazioni alle Sindoni di Gutenberg e ai Canti ad Ombre Rare.
La sua ricerca artistica nasce da un fatto a cui assistette molti anni fa:lo sgombero di una vecchia tipografia.
Egli rimane abbagliato dalla bellezza dei caratteri mobili in legno destinati alla discarica e decide di salvarli e se li porta a casa.
Comincia a riflettere sul rapporto tra immagine e scrittura e comincia ad assemblare questi caratteri scoprendo in questi assemblaggi una potente forza evocativa.
Il suo lavoro diventa quindi una ricerca di tipografie in dismissione per acquistare i caratteri e dar loro una nuova vita come simboli della memoria e del sapere umano nei suoi assemblaggi chiamati Poetari.
Quei legni intagliati, diversi per forma e misura, e anche per materia ed epoca di produzione, vengono usati non più come strumenti per lasciare sulla pagina l’impronta di lettere o altri segni, ma per costruire dei lavori tridimensionali; sono opere che non presentano parole e immagini stampate, quanto parole e immagini fisicamente reali, da toccare, oltre che da vedere.