Per ridestare l’interesse, occorrono capacità comunicative, fantasia, emozione tutte qualità che si ritrovano nella narrativa di Enzo Demattè, intellettuale che ha saputo narrare le bellezze della valle del Bois
Palazzo Bomben di Treviso presenta la mostra Finestre in Val del Biois. Enzo Demattè. Note, racconti, poesie
Con inaugurazione giovedì 18 gennaio 2024 ore 18 giunge a Treviso, dopo la prima tappa a Canale d’Agordo (Belluno), la mostra Finestre in Val del Biois. Enzo Demattè. Note, racconti, poesie, organizzata dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche e dalla Fondazione Papa Luciani, a cura di Donata e Francesca Demattè.
Un omaggio a Enzo Demattè (1927–2014), uno dei più attenti intellettuali del secolo scorso, scrittore, poeta, studioso e insegnante, che seppe intercettare e fare sua la secolare cultura delle Dolomiti bellunesi.
L’esposizione analizza attraverso l’opera di Enzo Demattè – carnets de voyage, pubblicazioni, documenti d’archivio, fotografie –, e con la testimonianza di manufatti e opere d’arte di collezionisti privati, l’antico spirito della cultura e della civiltà della Valle del Biois.
E’ la valle che, salendo da Cencenighe Agordino verso il Passo San Pellegrino, arriva in compagnia del torrente Biois fino a Falcade, incontrando sulla destra paesi come Vallada e sulla sinistra Canale e Caviola, dove si raccolgono le acque del Gaòn e, dopo Falcade, quelle dei torrenti Focobòn e Valés.
La valle, cuore geografico delle Dolomiti, oggi patrimonio naturale UNESCO, è sempre stata un territorio di scambio e passaggio di culture, per la posizione geografica che occupa, e che cattura, con gli affreschi colorati delle sue case, con gli intagli fra le assi dei suoi tabià, con la sua gente, la sua natura, le sue storie, l’immaginario del giovane Demattè.
L’intellettuale inizia a frequentarla nei primi anni cinquanta del Novecento e a raccogliere sistematicamente le testimonianze più varie – annotandole nei suoi carnets – per farle conoscere insieme alle riflessioni che la sua mente osservatrice e creativa ha lasciato in eredità al nostro tempo.
Consapevole che osservare e registrare non basta e che, per ridestare l’interesse, occorrono capacità comunicative, fantasia, emozione – possibili solo attraverso la narrazione –, Demattè restituisce vita alle testimonianze orali e materiali raccolte che, nel pieno rispetto dei dati oggettivi liberi da falsificazioni e manipolazioni, diventano gli sfondi e i contesti per le sue creazioni letterarie come i racconti e le poesie, o le interpretazioni delle opere degli scultori e dei pittori che Demattè incontra e riconosce in Valle.
Nascono così il racconto lungo de La valle coi Santi alle finestre, la raccolta di poesie Trei Orazhiòn, il romanzo per ragazzi Gente di confine.
L’interesse della Fondazione Benetton per questa mostra è evidenziato dal direttore Luigi Latini che ricorda come il tema della mostra, con il suo immediato richiamo al paesaggio, (è) da sempre al centro delle nostre attività di ricerca, e la valorizzazione del nostro patrimonio di documenti, di cui fanno parte l’archivio e la biblioteca di Demattè, attraverso un progetto condiviso con la Fondazione Papa Luciani e la famiglia Demattè.
2 thoughts on “Finestre in Val del Biois. Enzo Demattè. Note, racconti, poesie”