Un artista ricco di pensieri filosofici che chiama il visitatore ad accogliere e completare cognitivamente l’opera come un Lector in fabula di Umberto Eco.
Colm Mac Athlaoich. PERCEPT / ETHOS
La Galleria Weber è nata a Torino nel 1976 e da allora ha ospitato più’ di duecento mostre d’arte contemporanea.
Nel 2006 la galleria cambia denominazione diventando “Weber & Weber”.
Dal 2 novembre la galleria presenta la mostra Percept/Ethos dell’artista irlandese, ma residente a Bruxelles, Colm Mac Athlaoich.
Colm Mac Athlaoich, ripercorre nei suoi lavori più recenti le fasi della retorica aristotelica del percepire inteso come perceptum.
L’oggetto della percezione dell’artista riguarda la lettura dell’oggetto pittorico come elemento figurativo e rappresentativo di un soggetto reale che viene trasfigurato dall’artista sulla tela.
Tale processo astrattivo tipico della pittura di Mac Athlaoich sottende però tematiche più profonde legate alla percezione dell’opera in sé e a ciò che essa rappresenta e sta a significare.
L’artista, che da principio ha percorso a ritroso le fasi del percepire partendo dal pathos e passando per il logos, è ora giunto all’ethos, a quella fase iniziale che stabilisce il ruolo centrale dell’oratore nel disporre le proprie argomentazioni.
Con oggetto le bandiere, l’artista pone il visitatore di fronte alla questione metaforica e narrativa delle bandiere che con la loro iconicità e immediatezza figurativa ci comunicano dei messaggi politici e sociali.
L’intento dell’artista però non è quello di polemizzare o definire alcun messaggio politico-sociale, bensì quello di destrutturare le immagini per destabilizzare il messaggio e svelare i vari livelli comunicativi affinché rimanga sulla tela solo l’essenza delle bandiere come elementi figurativi astratti deducibili spesso solamente dai titoli.
Il titolo assume in questo caso il ruolo di metalinguaggio in quanto ci porta a desumere l’immagine in oggetto che secondo la stessa etimologia antica della parola ‘immagine’ si intende imitari, ovvero un’imitazione del reale.
Ed è proprio ciò che fa Colm Mac Athlaoich: imitando immagini tratte dal reale – immagini provenienti dal proprio archivio fotografico o reperite su internet e sui social media – scompone il messaggio denotato della fotografia, l’analogon, per introdurre il fruitore all’interno di un messaggio connotato dall’osservatore stesso che è qui chiamato come un lector in fabula ad accogliere e completare cognitivamente l’opera che come “un testo vuole che qualcuno lo aiuti a funzionare” poiché “è un prodotto la cui sorte interpretativa deve far parte del proprio meccanismo generativo”, come ebbe a dire Umberto Eco, nel testo Lector in Fabula del 1979.