Nella mostra di Cleto Munari al Museo Archeologico di Napoli i gioielli dialogano con la preziosità dei reperti archeologici.
CLETO MUNARI. Jewerly Design
Dal 22 settembre la sala del plastico di Pompei del museo Archeologico Nazionale di Napoli ospita la mostra CLETO MUNARI. Jewerly Design.
Cleto Munari nasce a Gorizia nel 1930 ma fa di Vicenza, la città di Palladio, il centro del proprio viaggio professionale come “Golden Boy” del Made in Italy.
Un percorso fatto di incontri unici, tra cui spicca l’imprimatur dato dall’architetto Carlo Scarpa, contribuisce a definire uno stile che resterà inconfondibile dalla metà degli anni Settanta sino ad oggi.
La mostra al MANN propone 140 gioielli e orologi per raccontare l’estro di un maestro italiano dell’arte dell’oreficeria (e non solo). Imprenditore creativo, inventore, designer, mecenate.
Nell’allestimento curato da Alba Cappellieri, sono presentati, in un itinerario diacronico, gioielli che costituiscono pezzi unici (massimo nove esemplari per monile), con un focus dedicato all’arte di ogni epoca.
Tra le opere in mostra spiccano 30 monili firmati da artisti internazionali (Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, Marcello Jori, Sandro Chia, Mimmo Paladino, Riccardo Dalisi, Michele De Lucchi) e prodotti dallo stesso Munari, con un’anteprima mondiale della collezione di undici gioielli realizzati da Marcello Jori per il brand vicentino.
Fino al 9 gennaio 2022 un legame prezioso unisce il lavoro di un contemporaneo ai reperti di uno dei più importanti musei archeologici a livello internazionale.
Il design dell’oreficeria parla il linguaggio della cultura antica, sempre presente nella postmodernità: così è per Rome and you con elementi architettonici classici, l’anello con omaggio a Palmira ed al suo patrimonio “spezzato”, l’inno d’amore ad Atene, culla di civiltà, con l’Anello Cariatidi.
In mostra anche forme che rimandano alla rappresentazione metafisica delle piazze di de Chirico o il gioiello in memoria dei vent’anni dell’11 settembre.