Claudio Parmiggiani ha concentrato la sua ricerca sui temi della memoria, dell’assenza e del silenzio, sviluppando un linguaggio che è al tempo stesso personale e collettivo
Claudio Parmiggiani in VideotecaGAM
La mostra dedicata a Claudio Parmiggiani e aperta il 28 settembre è il quarto appuntamento del ciclo espositivo della GAM di Torino, nato dalla collaborazione tra l’Archivio Storico della Biennale di Venezia e la VideotecaGAM, e rivolto a testimoniare la stagione iniziale del video d’artista italiano.
Nato a Luzzara nel 1943 e considerato tra i maggiori protagonisti del panorama artistico internazionale, Claudio Parmiggiani è un artista raro.
Il suo volontario “esilio” dalla scena artistica italiana, il suo ostinato silenzio da oltre quaranta anni, valgono, nel mondo artistico di oggi, come una presa di posizione di una radicalità pressoché unica.
In un contesto in cui la confusione dei valori è la regola, la sua è divenuta una presenza morale e il suo silenzio un’autorità critica.
Volutamente lontano dall’“attualità” dell’arte contemporanea, lontano da gruppi o movimenti, Parmiggiani ha saputo sviluppare un linguaggio, innovativo, personale e allo stesso tempo profondamente universale.
Egli ha concentrato la sua ricerca sui temi della memoria, dell’assenza e del silenzio, sviluppando un linguaggio che è al tempo stesso personale e collettivo.
L’esposizione di Torino presenta Delocazione, unica opera video realizzata da Parmiggiani, nel 1974, insieme a due opere capitali nello sviluppo del suo lavoro, provenienti dalla Collezione Maramotti di Reggio Emilia.
Vengono presentate anche la stampa fotografica su tavola Delocazione 2 del 1970, e Autoritratto del 1979, una silhouette d’ombra riportata su tela, anch’esso opera unica nel percorso dell’artista.
La triangolazione di queste tre opere racchiude l’intero arco degli opposti visivi che attraversa il lavoro di Parmiggiani.
L’assenza dell’opera, che emerge in riserva sulla parete, nel bianco contornato dal grigio della polvere e della fuliggine, si riflette nel suo contrario visivo: la proiezione di un’ombra grigia che si disegna sulla tela bianca, presenza negata dello sguardo dell’artista sull’immagine svanita.
La relazione tra queste tre opere si completa in una selezione di libri d’artista realizzati da Parmiggiani tra il 1968 e il 1977, provenienti dalla Collezione Maramotti e dalla Collezione CRT.
Sono libri pensati da un artista per il quale la pagina bianca non è fatta per la riproduzione o la documentazione del lavoro, ma è innanzitutto spazio di manifestazione dell’opera e, insieme, primo luogo dell’assenza.