Riaprono, con la mostra Incanto e disincanto. La forza delle idee, i Musei Civici “Gian Giacomo Galletti” di Domodossola, dopo un lungo periodo di restauri e recuperi
INCANTO E DISINCANTO. LA FORZA DELLE IDEE
I Musei Civici Gian Giacomo Galletti di Domodossola in Palazzo San Francesco sono un contesto multidisciplinare ed eclettico che racconta un territorio di frontiera aperto al mondo e nutrito da un forte impulso collezionistico, soprattutto tra Otto e Novecento.
Tre i livelli espositivi sorti dentro un’antica chiesa francescana ancora affrescata: il piano terra è dedicato alle mostre temporanee.
Fino al 31 dicembre il visitatore sarà accolto dall’esposizione Incanto e disincanto. La forza delle idee, curata dal direttore e conservatore dei Musei Civici Antonio D’Amico.
La mostra è divisa in sezioni con l’obiettivo di dare risalto alla storia del Palazzo, dalla sua origine francescana fino alla creazione ottocentesca dei musei.
La prima sezione della mostra è dedicata alla donazione di Gian Giacomo Galletti e alla creazione dei Musei Civici.
Vengono presentati documenti originali e fotografie degli antichi allestimenti di Palazzo San Francesco, nonché ritratti e onorificenze di Gian Giacomo Galletti.
La parte della mostra più importante è rivolta però alla figura di san Francesco d’Assisi.
Al centro di tutto viene evidenziata l’opera San Francesco riceve le stimmate di Guercino, grande pala d’altare custodita presso la Cattedrale di Novara, esposta nell’area absidale dell’antica chiesa nel posto riservato proprio alle pale d’altare più importanti.
Poi, quasi in dialogo con Guercino, è possibile ammirare San Francesco abbraccia Cristo crocifisso di Bartolomé Esteban Murillo.
Si tratta di un capolavoro difficilmente visibile al grande pubblico in quanto custodito presso una collezione privata spagnola che viene presentato in Italia a Domodossola per la prima volta
Da collezioni private arrivano poi San Francesco in preghiera davanti al crocifisso di Federico Barocci e San Francesco stigmatizzato di Tanzio da Varallo, due tele a cavallo tra il 500 e il 600 che ben esemplificano l’immagine di alta religiosità impersonificata dal santo.
La mostra è realizzata in collaborazione con la Diocesi di Novara.