Palazzo Sarcinelli ospita una mostra antologica di Carlo Rao, Pittore, poeta, attore, intellettuale.
CARLO RAO Colori di-Versi
Mentre al piano nobile di Palazzo Sarcinelli, in pieno centro della città natale di Cima da Conegliano è ancora possibile visitare la mostra del fotografo Steve McCurry, nello spazio dedicato alla Galleria Novecento del Palazzo è possibile visitare dal 16 gennaio 2021 la mostra CARLO RAO. Colori di-Versi.
Nato in Sicilia nel 1945 Carlo Rao vive e lavora a Treviso dove ha insegnato fino al 1989.
Poeta, attore oltre che artista, Carlo incarna il modello dell’intellettuale del ‘900 capace di cimentarsi con successo in diverse discipline culturali.
Ha collaborato con attori e compagnie famose nel campo teatrale per lungo tempo mentre sviluppava la ricerca in pittura.
Il percorso espositivo a Palazzo Sarcinelli è strutturato in 6 sezioni tematiche, il cui scopo è svelare l’evoluzione dello stile di Carlo Rao nel corso di una trentennale carriera pittorica.
Le squisite e sofisticate iconografie, la passione per il colore e la precisione nel disegno si accompagnano alla strepitosa cura nei dettagli delle composizioni.
Il grado di perfezione tecnica raggiunta da Carlo è eccezionale se si considera che la peculiarità dei materiali adottati non ammette grandi errori e ripensamenti, di conseguenza ogni tavola richiede controllo, premeditazione e esattezza assoluta nell’esecuzione.
Accade in certi casi, infatti, che pur stendendo il colore a pennellate espressioniste il risultato sia una superficie perfettamente liscia e cristallizzata oppure, guardando a pochi centimetri di distanza i Mandala, ci si accorge della perfezione quasi meccanica nella stesura dei punti di colori che (indipendentemente dalla grandezza) sono ordinati e riportati con precisione matematica.
Egli propone:
Dipinti etnici, la cui ispirazione viene all’artista dalle sue letture, da racconti e mondi esotici che letteralmente prendono vita davanti ai nostri occhi in un turbinio di forme e cambiamenti cromatici.
Paesaggi, con protagonisti spesso edifici di piccoli villaggi che talvolta si trasfigurano nella amata Sicilia, e dove la pittura dell’artista compie una progressiva ascesa verso l’astrazione.
Mandala o pointillisme, dove riprende la millenaria tradizione religiosa buddista e induista eliminando in gran parte la componente figurativa.
Gli oli ove ritornano elementi ricavati da rappresentazioni di popoli lontani, l’utilizzo di linguaggi anacronistici nei graffiti rupestri ed extra occidentali come il decorativismo degli indiani d’America.
Un’antologica di notevole interesse.