A Milano la prima monografica a 6 anni dalla morte di Carla Accardi, una delle principali interpreti italiane dell’astrattismo.
CARLA ACCARDI : contesti
Il Museo del Novecento presenta, a partire dal 9 ottobre 2020, la prima mostra monografica dedicata da un’ Istituzione pubblica a Carla Accardi (1924-2014), a sei anni dalla sua scomparsa.
Carla Accardi (1924-2014 , ) è considerata tra gli artisti più originali del secondo dopoguerra, uno dei massimi esponenti dell’astrattismo italiano.
Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Palermo, nel 1946 si trasferisce a Roma. L’anno successivo fonda con Attardi, Consagra, Dorazio, Guerrini, Perilli, Sanfilippo e Turcato, l’avanguardia artistica Gruppo Forma 1.
La sistematica ricerca ed esaltazione del segno-colore connoterà per oltre mezzo secolo la sua personalità artistica.
Donna forte ha saputo muoversi nel mondo dell’arte segnata in quegli anni da una forte impronta maschilista ritagliandosi un profilo personale indipendente.
Nel 1964, una sua sala personale alla Biennale di Venezia la impone all’attenzione internazionale.
Un lavoro in continuo sviluppo la porta a superare la superficie piana della pittura.
Inventa forme spaziali fatte di fogli di silicofoil sui quali si svolgono trasparenti i tracciati del colore, a volte arrotolati a formare delle variopinte colonne ricche di colore e luce.
La mostra Contesti presenta circa 70 opere , oltre a fotografie e documenti dell’archivio Accardi Sanfilippo, che guidano il visitatore nel percorso artistico in cui si è formata e cresciuta l’artista trapanese.
In particolare, sono evidenziati il panorama e il contesto storico, sociale e politico nei quali Carla Accardi si è mossa e ha sviluppato la sua ricerca intrecciando spesso rapporti con artisti più giovani.
Il percorso della mostra si articola in sezioni tematiche: l’esordio corale entro il costruttivismo di Forma 1; le Strutture degli anni ’50; le riflessioni analitiche sui Colori dei primi anni ’60; le precoci proposte con Plastiche e Installazioni nei secondi anni ’60; la riduzione concettuale dei Trasparenti e Telai degli anni ’70; e infine il ritorno alla pittura, testimoniato dalle grandi tele realizzate a partire dagli anni ’80.