Bagyi Aung Soe (1923-1990), è stato uno dei più rappresentativi e prolifici esponenti dell’arte moderna birmana del Novecento.
Bagyi Aung Soe (1923 – 1990)
Inaugurato nel 1977 il Centro Pompidou, voluto dall’omonimo presidente francese e realizzato su rivoluzionario progetto dello studio italiano di Architettura Piano e Rogers, è diventato presto il più importante centro per l’arte contemporanea della Francia e uno dei più prestigiosi a livello internazionale
Dal 19 maggio il Centro propone la prima grande mostra dedicata a Bagyi Aung Soe (1923-1990), figura pioniera e prolifica dell’arte moderna birmana.
Curata da Yin Ker e Catherine David, la mostra presenta 88 opere d’arte originali, oli su tela, opere a pennarello su carta, dipinti su vetro e illustrazioni, e più di 200 documenti tra stampati, fotografie e manoscritti.
Opere e documenti permettono di esplorare lo sviluppo della ricerca e produzione artistica di Bagyi Aung Soe nell’arco di quattro decenni, dagli anni Quaranta agli anni Novanta.
Offre uno sguardo approfondito sul linguaggio artistico unico di Aung Soe e sulle sue riflessioni sulla modernità.
Arte moderna occidentale, pensiero di Rabindranath Tagore, precetti e pratiche del buddismo, arte birmana classica e popolare e altre arti asiatiche sono tutte presenti nelle sue opere.
Questa è la seconda mostra personale di un artista del sud-est asiatico presso l’istituzione parigina, dopo una presentazione mirata della serie “Pago Pago” di Latiff Mohidin nel 2018.