Il 2024 è l’anno degli artisti africani, presenti in gran numero nella mostra centrale alla 60ma Biennale Arte di Venezia e con cinque mostre personali a Torino
Il Museo Ettore Fico/MEF di Torino presenta la mostra AFRICA NOW, aperta al pubblico dal 8 marzo al 30 giugno
Il Museo Ettore Fico presenta Afrika Now, mostra curata da Andrea Buso e aperta al pubblico da giovedì 8 marzo a domenica 30 giugno 2024.
Si tratta di fatto di cinque mostre personali di importanti artisti di origine africana e della Guadalupa già rappresentati in Europa da importanti gallerie internazionali:
Bouvy Enkobo (1981 Kinshasa- Repubblica democratica del Congo),
Victor Fotso Nyie, (1980 Camerun)
Elladj Lincy Deloumeaux, (1995 West Indies)
Salifou Lindou(1965 Foumban Camerun)
James Mishio. (1997 Ghana).
I cinque artisti sono diversi e differenti ma appaiono come allievi o maestri della stessa scuola espressiva.
Il continente africano e il continente europeo si sovrappongono e si mescolano fino a divenire altro, come per la scultura greca ellenistica che a Roma, nei secoli prima e dopo Cristo, trova nuova linfa e riscrive a modo proprio la storia dell’arte.
È evidente che gli artisti non hanno potuto fare a meno di nutrirsi di cultura internazionale e creare attraverso le influenze estetiche e formali occidentali, ma se rimandiamo la nostra memoria ai primi anni del Novecento, non possiamo fare a meno di pensare a Picasso e al Cubismo per trarre conclusioni simili.
Le cinque mostre vogliono offrire una panoramica e un focus sulle nuove generazioni che sviluppano una ricerca, soprattutto in campo figurativo, pittorico e scultoreo.
Tutte le opere inedite sono presentate per la prima volta in un museo in Italia e la maggior parte di esse sono state create appositamente per questo appuntamento.
Problemi politici, legami famigliari, presenze sociali, affetti e storie comuni, vengono illustrati con un peculiare tratto pittorico e un’autonomia estetica che, pur partendo da stilemi ormai consolidati internazionalmente, risultano inconfondibilmente legati al Grande Continente e alla realtà nera.
Le opere pittoriche e quelle scultoree sono pregne di materia, anche la più sublime come l’oro, in patina, o l’argento, evocato spesso con la carta stagnola e le lamiere.
Tratti energici e materici si sviluppano e si accavallano sulle opere per dare ancora più forza al tratto e al segno per ribadire come il gesto e la presenza dell’artista siano parte integrante dell’opera, una sorta di estensione del pensiero attraverso la postura del corpo, la gestualità del braccio e, infine, la forza della mano che utilizza il pennello e la spatola come protesi della dinamicità creativa.
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