La ricerca artistica di Silvia Infranco è un atto d’amore verso la vita, la ricerca di una dimensione armonico-evolutiva del mondo
Alla Galleria Marignana Arte di Venezia una mostra dell’artista bellunese Silvia Infranco, Viridis, a cura di Marina Dacci
La galleria Marignana Arte nasce a Venezia nel 2013 da un progetto di Emanuela Fadalti e Matilde Cadenti.
Situata in un sestiere, quello di Dorsoduro, strategico per le arti del nostro tempo e considerato il cuore pulsante del contemporaneo a Venezia, si trova a pochi passi dalla Collezione Peggy Guggenheim, da Punta della Dogana e da Fondazione Vedova.
Il programma della galleria esplora dunque varie espressioni della ricerca artistica contemporanea, prestando attenzione sia alle proposte delle nuove generazioni che alla valorizzazione di artisti già affermati in campo internazionale.
Dal 7 ottobre 2023 la galleria presenta la mostra SILVIA INFRANCO Viridis curata da Marina Dacci che rappresenta la prosecuzione di una stretta collaborazione iniziata dalla galleria con l’artista nel 2018.
Con questo nuovo progetto Marignana Arte intende proporre gli esiti più̀ recenti del lavoro artistico di Silvia Infranco (Belluno 1982).
L’esposizione– per usare un’espressione di Marina Dacci, curatrice della mostra – “è un atto d’amore verso la vita, la ricerca di una dimensione armonico-evolutiva del mondo”.
I nuclei portanti della mostra si identificano infatti nel rapporto tempo e memoria, nella relazione tra arte e scienza e nella stretta connessione tra indagine oggettiva sul mondo naturale e riflessione ontologica di forte impronta spirituale.
Il progetto di Silvia Infranco focalizza il rapporto tra uomo e natura nell’ambito dell’approccio fitoterapico enfatizzandone i risvolti simbolici e alchemici, tipici dei processi di cura arcaici in cui il linguaggio si inscriveva in una ritualità̀ tesa a potenziare il potere taumaturgico delle piante per ottenere la guarigione del paziente.
Dopo un’ampia e meticolosa ricerca svolta dall’artista su manoscritti e testi a stampa antichi (dagli erbari alla farmacopea accompagnata dalle orazioni attivatrici del potere fitoterapico), le opere realizzate evocano quindi una continuità tra un passato “magico” e una modernità̀ tecnico-sperimentale suggerendo nuove forme di interpretazione e conciliazione tra mondi apparentemente distanti.