Artista eclettico che ha sperimentato le influenze del Divisionismo milanese, del simbolismo e dell’espressionismo nordeuropeo, per realizzarsi come uno dei precursori dell’astrattismo in Europa.
Romolo Romani. Anima e visioni
Dal 21 ottobre il Mart di Rovereto presenta una mostra personale di Romolo Romani dal titolo Anima e visioni.
Con una selezione di circa settanta opere e documenti, provenienti principalmente dalla Fondazione Brescia Musei e dalle Collezioni del Mart, l’esposizione ripercorre le tappe della breve carriera artistica di Romolo Romani (1884 – 1916).
Nonostante la brevità della sua vita l’attività artistica di Romani è stata notevole toccando tasti stilistici e convinzioni artistiche varie.
Si parte dl precoce esordio come caricaturista nei primissimi anni del Novecento dopo aver frequentato la Scuola libera del nudo dell’Accademia braidense.
Appena ventenne entrò in contatto a Milano con Vittore Grubicy, ideologo e sostenitore del Divisionismo e frequentò il divisionista più influente del tempo Gaetano Previati.
Ha partecipato all’esposizione internazionale d’arte di Venezia nel 1905 e 1910, senza particolari riconoscimenti.
Non si perse mai d’animo continuando nella sua ricerca che risentì dell’influenza di artisti del simbolismo nordeuropeo, come Edward Munch e Odilon Redon che lo portarono ad una originale sintesi tra Simbolismo ed Espressionismo.
E’ stato tra i firmatari del primo “Manifesto dei pittori futuristi” (1910), gruppo da cui poi si allontanò molto presto.
Nel suo percorso artistico, tuttavia, Romani si è dedicato prevalentemente a una produzione grafica caratterizzata da volti grotteschi che affiorano tra strutture geometriche, espressione di stati d’animo.
L’interesse per l’occultismo e la volontà di indagare fenomeni naturali evocando sensazioni e suoni interiori lo portarono sulla via dell’astrazione, di cui fu uno dei precursori in Europa.
All’ultimo periodo è riconducibile il ritorno alla figurazione, con una serie di ritratti e manifesti di grande forza espressiva.