Una mostra che fa conoscere gli intrecci tra gli artisti delle due sponde dell’Adriatico e la presenza degli artisti italiani a New York negli anni ’50 e ’60 del Novecento.
Roma/New York, 1953–1964

NEW YORK – David Zwirner 537 West 20th Street New York 10011 New York
Dal 12/01 al 25/02/2023
David Zwirner è una delle più rinomate gallerie d’arte contemporanea a livello internazionale.
Nelle sue sedi a New York, Londra, Parigi e Hong Kong ha ospitato mostre innovative, singolari e pionieristiche aperte ad ogni genere stilistico e media utilizzati.
Zwirner rappresenta inoltre più di settanta artisti nel mercato dell’arte internazionale.
Dal 12 gennaio la galleria rende un particolare omaggio all’arte italiana del Novecento con la mostra Roma/New York, 1953–1964, che esplora la significativa impollinazione intellettuale e artistica tra artisti nei centri dell’arte italiana e americana negli anni ’50 e ’60.
Nei primi anni ’50, sullo sfondo dell’emergere di New York come capitale internazionale dell’arte e del boom economico e della rinascita culturale dell’Italia del dopoguerra, pittori informali e astrattisti lavoravano ed esponevano a Roma, come Afro Basaldella, Alberto Burri, Giuseppe Capogrossi e Piero Dorazio, cominciando ad essere regolarmente presenti in mostre personali nelle gallerie di New York creando occasioni di incontro con artisti americani.
Questo accadeva anche grazie al gallerista triestino con base a New York Leo Castelli, figura di riferimento per molti dei principali artisti americani e italiani presenti allora a New York.
Allo stesso tempo, diversi artisti con sede a New York, come Cy Twombly e Robert Rauschenberg, Philip Guston, Franz Kline, Willem de Kooning, , Salvatore Scarpitta esponevano in luoghi importanti a Roma, in particolare alla Galleria dell’Obelisco e alla Galleria La Tartaruga.
Roma/New York, 1953–1964 esplora gli intrecci di relazioni che hanno visto influenze reciproche nello sviluppo di arte gestuale, informale e materica, ma anche l’emergere in Italia di un’estetica distinta informata dal nuovo realismo.
Notevoli, tuttavia, le contaminazioni dei primi anni ’60 , che si ritrovano nel lavoro di Franco Angeli, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Jannis Kounellis, Mimmo Rotella e Mario Schifano, che hanno incorporato il linguaggio dell’iconografia consumistica americana e dei segni urbani nelle loro composizioni in reazione sia alla pittura informale che al pop americano.
Il 1964 rappresenta in qualche modo un momento di svolta di questo rapporto Roma New York.
Il 1964 è, infatti, l’anno in cui Rauschenberg vinse il Leone d’oro alla Biennale di Venezia, e segna un punto di transizione per questa mostra poiché gli anni successivi vedranno uno spostamento da Roma come centro dell’avanguardia italiana, con Milano e Torino che sempre più funge da centro di attività artistica sia per le generazioni di artisti affermati che per quelli più giovani.