PORTONE VIOLA – PORTONE VERDE

Il primo portone è viola, il portone verde è diverso, mi colpisce di sera, al ritorno dal lavoro

Pashmine dipinte a mano arricchite da pensieri positivi

 

Pashmine dipinte a mano arricchite da pensieri positivi
Pashmine dipinte a mano arricchite da pensieri positivi

Ci passo tante volte davanti a quei due portoni affiancati, viola uno, verde l’altro. Ogni volta che il mio sguardo incrocia i due colori, ho l’impressione di sentire una sensazione di vuoto nello stomaco.

Cosa ci sarà dietro a quei colori che da anni sono sempre gli stessi, stessa tinta, stesso tono, stessa lucentezza.

Tutto attorno si scolora per l’azione del sole e delle intemperie invernali: quei due portoni invece sono sempre uguali, i loro colori non sbiadiscono mai.

Credo che una mano sconosciuta ed invisibile periodicamente provveda a rinnovare tinte e lucentezza o, mi è difficile ammetterlo, sono porte magiche.

Certo è che sono anni che devo fare quel percorso che da casa mia mi porta alla sede di lavoro, sono anni che, almeno due volte al giorno, devo passare davanti a quei due portoni e chissà quante volte mi sono immaginato di buttarmici contro per attraversarli ed entraci dentro.

Troppo grande è la loro attrazione.

Anche quando giro lo sguardo altrove per evitare di guardarle, una forza magnetica attira i miei occhi e mi ritrovo a fissarli. Li guardo, li osservo e penso.

Quando accelero in prossimità dei portoni per evitarli, il loro magnetismo è più forte del mio pensiero e una forza guida le mie dita verso il freno e la mia bicicletta, che voglia o meno, si ferma; proprio davanti a loro.

Il primo portone è viola, un colore particolare che mi sembra di aver visto in un pittore di cui non ricordo il nome ma ho ben presente un suo quadro.

Un incredibile cielo viola, proprio il viola del portone, incombe su un mare in tempesta, tutto strisce bianche, grigie e viola.

In fondo c’è una barchetta, una vela gialla, un puntino luminoso sbattuto dalle onde. Sono io che, attraversato il portone viola, sto vivendo la sua diversa realtà.

Mi pare di essere io ciò che quel portone viola nasconde: un punto di luce, debole, fioca, ma pur sempre accesa che vaga senza meta in un mondo liquido fluttuante.

Io che cerco di rimanere a galla, di sopravvivere alle vicende della vita, io che galleggio e respiro ma senza la forza di fare nulla.

Quel punto è l’oblio, il silenzio, il vuoto che fluttua nel vuoto.

Sono io dentro quel mondo, e vorrei scappare, corro verso la porta che ora dall’interno vedo tutta nera: un muro nero e invalicabile, ci vado a sbattere.

Non vedo più la luce della barchetta, ora vedo sulla sabbia grigia un delfino spiaggiato.

Che tristezza il pensiero di quelle vivaci creature del mare, soffocate dal nostro disamore per la natura.

Sono io quel delfino? Chiudo gli occhi, devo uscire, raccolgo tutte le mie forze, all’improvviso un raggio di sole: la luce viva del mattino.

È stato un incubo, un sogno che si ripete, mi sa che dovrò andare dallo psicanalista per capire il senso di tutto ciò.

Accelero e vado al lavoro; il pensiero andrà altrove e mi rilasso.

Il portone verde è diverso, mi colpisce di sera, al ritorno dal lavoro.

Mi attrae perché il verde è bello, vivace, “verde veronese” non oppongo resistenza ed entro. Mi pare di essere un pittore impressionista che ha appena posizionato il suo cavalletto davanti ad un paesaggio del sud della Francia, colorato e luminoso.

Prendo i colori in tubetto, li distendo puri sulla tavolozza e dipingo en plein air.

Tanti puntini, uno accanto all’altro. Sarà l’occhio a fonderli nelle tante sfumature del colore.

Guardo il quadro, quello che ho di fronte sono i colorii gialli e verdi che ricordo di aver visto in alcune pashmine proposte da un sito di e-commerce incrociato nella mia navigazione in internet.

Navigo infatti spesso, curioso di scoprire novità e proposte di giovani alla ricerca di una propria identità, proposte animate dal desiderio di mantenere nel commercio i valori della qualità, della bellezza, dell’autenticità, della creatività, senza mai dimenticare le tensioni morali di una società equa, ispirata ai valori della solidarietà, della fratellanza, del primato dell’uomo su ogni cosa.

Ricordo il nome di quel sito, Trehyus.com, e vedo le pashmine, dipinte a mano e tutte arricchite da pensieri positivi.

Una mi ha colpito per un aforisma che aiuta a comprendere quanto sia bella la vita, se vista nel suo domani: “La farfalla è un bruco che ha conquistato il cielo”

Con questo pensiero mi immergo nei colori dietro il portone verde Vorrei restare, ma si fa sera e a casa mi attendono

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