Una lunga ricerca tra collezioni e case private rende possibile una ricca mostra retrospettiva di uno dei maestri della pittura italiana del Novecento.
OTTONE ROSAI
Nel 1920 Ottone Rosai (Firenze 1895- Ivrea 1957) tenne la sua prima personale in Toscana imponendosi all’attenzione del mondo dell’arte del tempo.
Neppure ventenne Ottone Rosai era già vivace e attivo nella scena artistica a lui contemporanea.
Infatti nel 1913 si era avvicinato al Movimento Futurista, ammirando le opere di Umberto Boccioni, traendone ispirazione e diventa amico di alcuni esponenti del gruppo fra cui Soffici, Carlo Carrà e Severini.
Tanto che, scoppio della prima guerra mondiale, aderendo alla filosofia futurista, si arruola come volontario ed è presto inviato al fronte.
Dopo la guerra sviluppa un suo percorso personale e il soggetti dei suoi quadri fanno riferimenti alla realtà ed all’uomo, sono nature morte, paesaggi e composizioni con figure.
Ottone Rosai ama riprendere i quartiere popolari di una Firenze minore, dimessa ed angusta, le viuzze ed i suoi omini nelle osterie, dove l pittore sa catturare elementi metafisici.
La sua fama cresce e nel 1956 alla Biennale di Venezia viene allestita una grande mostra retrospettiva.
Ora, a 100 anni da quella prima mostra personale, il comune di Montevarchi gli dedica una retrospettiva con cinquanta opere, tra disegni e oli, realizzati tra il 1919 e il 1932.
Una mostra che permette al pubblico di ammirare diverse opere inedite di Rosai.
Le opere provengono infatti tutte da collezioni private, e se alcune sono note alla critica altre sono di fatto sconosciute.
La mostra permette di ammirare almeno una decina di capolavori di Rosai degli anni Venti e Trenta scoperti tra palazzi romani e toscani.