Ori Gersht spinge i limiti tecnici della fotografia, mettendo in discussione la sua pretesa verità.
ORI GERSHT. Revelations in the folds of time.
Fondata nel 2004 da Renata Bianconi, la Galleria Bianconi si dedica alla promozione di artisti italiani e internazionali, emergenti e affermati, e propone un programma espositivo importante e selezionato.
Dal 3 febbraio la galleria propone Revelations in the folds of time, mostra personale dell’artista israeliano Ori Gersht.
Nato a Tel Aviv nel 1967 ma residente in Inghilterra, Ori Gersht crea corpi di lavoro che spesso esplorano poeticamente le relazioni tra storia, memoria e paesaggio.
Attraverso la metafora, Gersht illumina le difficoltà di rappresentare visivamente conflitti ed eventi o storie violente.
Nei suoi lavori emergono temi come nature morte della tradizione olandese, paesaggi romantici e vie di fuga dei territori occupati dai nazisti nei Pirenei.
Le immagini di Gersht sono straordinariamente belle; lo spettatore viene sedotto visivamente prima di confrontarsi con temi più oscuri e complessi, presentando una tensione compulsiva tra bellezza e violenza.
Legato alle sue origini egli ha guardato alle esperienze della sua stessa famiglia durante l’Olocausto, sentimenti che esprime nei paesaggi postbellici in Bosnia e in una trilogia di film al rallentatore in cui le tradizionali nature morte esplodono sullo schermo.
Una caratteristica del suo lavoro è l’acquisizione di immagini al rallentatore, in foto o video che ritraggono frutta, fiori e altro materiale che si frattura quando è colpito da proiettili.