Prima personale in Italia dell’artista che è stato al centro della scena artistica tedesca tra gli anni Ottanta e Novanta.
MICHAEL KREBBER Studiofloor and Diamond paintings
La Fondazione Antonio Dalle Nogare di Bolzano nasce per promuovere l’arte contemporanea, operando in tre «dimensioni»: interazione, sperimentazione e formazione.
La Fondazione propone dal 29 maggio la prima mostra personale in Italia di Michael Krebber.
Michael Krebber è nato a Colonia nel 1954, ha studiato pittura all’Akademie der Bildenden Künste di Karslruhe.
Dal 2016 vive e lavora a New York.
È stato assistente dei celebri artisti tedeschi Martin Kippenberger e Georg Baselitz.
Dal 2002 al 2016 è stato professore alla Städelschule di Francoforte, dove con il suo insegnamento ha influenzato profondamente una generazione di giovani artisti.
Artista di fama internazionale e figura centrale sulla scena artistica tedesca tra gli anni Ottanta e Novanta, Michael Krebber è diventato infatti un punto di riferimento per un’intera generazione di artisti.
Tuttavia, Krebber in Italia non ha ancora avuto pieno riconoscimento.
La sua costante ricerca è diretta a mettere in discussione le convenzioni e i confini del medium pittorico, inteso dall’artista come spazio di dialogo e zona di contaminazione, piuttosto che un modo finalizzato alla produzione di un oggetto.
Da decenni, il suo lavoro è caratterizzato da un approccio concettuale alla pittura basato sulla convinzione che sia ormai impossibile inventare qualcosa di nuovo nell’arte, poiché tutto è già stato inventato.
Più che semplici “reinvenzioni”, gli interventi minimali e apparentemente irrisolti dell’artista offrono al pubblico una “tela aperta” a molteplici possibilità.
Come una frase incompiuta, le sue opere lasciano gli spettatori liberi di indovinare cosa potrebbe accadere.
In mostra a Bolzano presenta le due serie di opere “Studiofloor” e “Diamond Paintings”, che illustrano la volontà dell’artista di espandere la sua riflessione sul tema della pittura, intesa come performance oltre la tela e oltre lo spazio ad essa tradizionalmente attribuito.
La mostra è curata da Vincenzo de Bellis e organizzata in collaborazione con la Greene Naftali Gallery di New York.