Una mostra di Arazzi mette in luce a New York una delle qualità artistiche del grande architetto Le Corbusier
Le Corbusier: Nomadic Murals
Le Corbusier, pseudonimo di Charles-Édouard Jeanneret-Gris (Svizzera 1887 -Francia 1965) è conosciuto in genere per la sua attività di architetto, tanto da essere considerato uno dei principali esponenti dell’architettura del Novecento a livello internazionale.
Ma Le Corbusier è stato anche urbanista, pittore, scultore, designer di qualità come vuol dimostrare la mostra Le Corbusier: Nomadic Murals aperta il 14 settembre presso la galleria Almine Rech di New York.
Per sessant’anni, Le Corbusier ha utilizzato un’ampia varietà di media per esplorare i temi e le forme della sua arte, compreso l’arazzo che egli scoprì per la prima volta nel 1936, in risposta a una richiesta di Marie Cuttoli, che allora commissionava a pittori moderni opere d’arte tessute in una fabbrica ad Aubusson.
Il suo interesse per questa forma d’arte serviva come risposta alla sfida lanciata agli architetti da Fernand Léger, che li aveva accusati di “imporre radicalmente” le loro superfici “lisce” e fredde.
Le Corbusier arrivò a credere che “per la sua consistenza, la sua materia, per la realtà della sua produzione”, l’arazzo “porta il suo calore all’interno“, rompendo il concetto di superficie liscia e fredda.
Per Le Corbusier, le opere d’arte in tessuto prodotte ad Aubusson non erano affatto destinate solo a decorare ma le percepiva come componenti mobili delle moderne abitazioni, che si possono “smontare dal muro, arrotolare, mettere sottobraccio quando si vuole, e riattaccare altrove.”
La mostra di New York presenta un eccezionale insieme di opere d’arte, siano essi schizzi intimi o vasti arazzi, tracciando il percorso delle osservazioni e dell’immaginazione di Le Corbusier.
In questi lavori si va dagli “oggetti tipici” delle sue prime nature morte ai corpi femminili che lo hanno sempre ispirato, e le cui forme ha combinato con quelle degli strumenti musicali e delle manovre.
La varietà delle tecniche artistiche utilizzate da Le Corbusier per disegnare i cartoni di circa ventisei arazzi può essere vista nelle opere raccolte dalla galleria, dalla matita colorata al pastello, olio e papier collé.