Josef Koudelka si considera più un “collezionista delle proprie immagini” che un fotografo.
Josef Koudelka IKONAR. Archival Constellations
LOSANNA – PHOTO ELYSEE Place de la Gare 17 – 1003 Lausanne. CH
Dal 05/11/2022 al 29/01/2023
Il museo cantonale della fotografia PHOTO ELYSEE di Losanna è uno dei più importanti musei dedicati alla fotografia riconosciuti a livello internazionale.
Dalla sua creazione, che risale al 1985, il Museo s’interroga sulla fotografia e ne diffonde la conoscenza grazie a pubblicazioni di riferimento, mostre innovative ed eventi aperti al grande pubblico.
Dal 5 novembre Photo Elysee presenta la mostra Josef Koudelka. IKONAR. Archival Constellations.
E’ la prima retrospettiva dedicata in Svizzera all’opera di Josef Koudelka (1938 Boskovice Cechia) dopo la grande mostra del 1977.
Ikonar è il soprannome che Josef Koudelka ha ricevuto da un gruppo di rom che ha incontrato durante i suoi viaggi.
Lo chiamavano “creatore di icone” perché usavano le sue famose fotografie delle comunità rom come icone quasi religiose nei loro luoghi di culto.
Sebbene sia un “creatore di immagini” riconosciuto a livello internazionale, Koudelka si considera più un “collezionista delle proprie immagini” che un fotografo.
Con l’obiettivo di catturare l’essenza della visione del mondo dell’artista, questa mostra è costruita attorno alle opere chiave della sua serie più importante su film 35mm, tra cui Theatre, Gypsies, Invasion 68 ed Exiles. La mostra comprende però non solo un’installazione interamente dedicata ai suoi archivi, che cerca di analizzarne il posto nel percorso personale e artistico di uno dei maggiori protagonisti della fotografia del Novecento, ma anche una biblioteca di riferimento con un’ampia selezione dei suoi libri.
La mostra è concepita come una retrospettiva selettiva e condensata, tracciando così lo sviluppo e i metodi di lavoro del fotografo.
Vengono, in particolare, evidenziati alcuni dei paradossi centrali del lavoro, della vita e della carriera di Koudelka.
La sua è stata una vita nomade contro un’attenzione incessante al collezionismo e all’archiviazione; un costante vagliare e rielaborare le sue opere iconiche contro un’agenda filosofica “massimalista” che mira alla perfezione.
Poi, nella seconda metà della sua carriera, egli è preso da un’ossessione autoproclamata nel continuare a esporre e registrare immagini, a volte a scapito della loro analisi e realizzazione materiale come opere.