In mostra a Monza Lucia Pescador, vincitrice del premio alla carriera della diciassettesima edizione del Premio Morlotti Imbersago.
I PORTATORI D’ANIMA di Lucia Pescador
Dal 19 febbraio 2022 Leo Galleries di Monza ospita I PORTATORI D’ANIMA di Lucia Pescador, mostra personale dell’artista vincitrice del premio alla carriera Morlotti-Imberago, diciassettesima edizione.
Il premio è dedicato dal Comune di Imbersago all’artista Ennio Morlotti (1910-1992), uno dei principali protagonisti della vicenda artistica italiana ed europea del secondo Novecento, che per 10 anni ha soggiornato nel comune brianzolo.
Nata a Voghera nel 1943, Lucia Pescador si è diplomata a Brera.
Artista di notevoli suggestioni, propone le sue opere come installazioni in una casualità di accostamenti tra molteplici tecniche: disegno, pittura, ceramica.
Una sua caratteristica particolare è la capacità di cercare, di raccogliere, di osservare, di interpretare e, soprattutto, di trasformare in arte e poesia ogni aspetto della vita, a partire dalla sua straordinaria casa-atelier.
Sorta di personale wunderkammer che ben rispecchia il carattere e le peculiarità della ricerca dell’artista, la sua casa è il luogo della memoria dove da sempre cataloga, archivia, inventaria.
La memoria è per lei “La memoria della cultura, soprattutto quella del Novecento, alta e bassa”, “che va dai fumetti di Topolino alla storia di Pinocchio alle opere di Kazimir Malevic o alla Pop art”.
Così i grandi maestri – da Malevich a Baselitz, da Kiefer a Beuys – diventano oggetto della sua attenzione e copiati con la mano sinistra, per non cadere nella sterile imitazione, e si trasformano in Lucia Pescador, perfettamente metabolizzati e tradotti da un’artista dal tocco poetico, capace di racchiudere un intero racconto in un semplice e rapido segno.
Nell’opera di Lucia Pescador il rapporto con i grandi del passato, che lei definisce portatori d’anima, è fondamentale e la guidano a rappresentare l’esistenza nelle sue diverse manifestazioni.
Quello della Pescador è un universo perduto tra occidente e oriente raccontato in un inventario visivo tanto poetico quanto elegante e prezioso, frutto di decenni di lavoro paziente ma mai autorenferenziale, silenzioso e quieto, venato di una gioia sottile: la gioia di un bambino che impara sempre qualcosa di nuovo, l’incanto della scoperta e della sua condivisione.
In mostra si possono ammirare composizioni di opere su carta di piccole dimensioni, che caratterizzano lo spirito della ricerca dell’artista, e opere di più ampio formato, che traducono nelle grandi dimensioni il medesimo afflato e le stesse intenzioni dei piccoli appunti su carta.
In entrambe le tipologie di opere è possibile cogliere la straordinaria capacità dell’artista di costruire composizioni equilibrate, rigorose e oggettive eppure sempre poetiche, piene di immaginazione e di una meravigliosa libertà espressiva.