Giorgio Griffa, tra i principali esponenti italiani della Pittura Analitica, è riconosciuto a livello internazionale quale protagonista della ricerca pittorica contemporanea dagli anni ’60 a oggi
La Galleria d’arte l’Incontro di Chiari a Brescia propone una mostra di Giorgio Griffa, esponente della Pittura Analitica, con opere scelte
Si è inaugurata il 21 ottobre 2023 negli spazi della galleria d’Arte l’Incontro a Chiari, la mostra Opere scelte di Giorgio Griffa, curata da Ivan Quaroni.
Nato a Torino nel 1936 Giorgio Griffa è considerato uno tra i principali esponenti italiani della Pittura analitica, riconosciuto a livello internazionale quale protagonista della ricerca pittorica contemporanea dagli anni ’60 a oggi.
Inizia a dipingere ancora bambino e riceve i primi insegnamenti dai pittori tradizionali che all’epoca frequentavano il Circolo degli Artisti, antica istituzione torinese.
Per Giorgio Griffa la pittura non è mai stata una semplice attività creativa, ma piuttosto un processo conoscitivo, qualcosa a cui l’artista partecipa per penetrare nella dimensione dell’insondabile e dell’inesprimibile.
“Il punto fondamentale”, afferma, “è che le altre forme di pensiero e di azione umana non riescono a farsi strumento di conoscenza allo stesso modo della pittura, non riescono a raggiungere la stessa quota di ignoto, di inconoscibile, di sovrappiù”.
Griffa mette a punto il suo linguaggio alla fine degli anni Sessanta, sviluppando una procedura operativa che ancora oggi lo caratterizza.
La tela, prevalentemente grezza e senza telaio o cornice, viene stesa sul pavimento.
L’artista dispone sul piano le sue tinte acriliche (oppure le tempere) diluite in acqua, evitando le colature che si produrrebbero con colori molto liquidi se la tela fosse disposta in verticale.
I segni tracciati sul supporto nudo sono volutamente anonimi, elementari e di spessore variabile secondo la misura del pennello o della spugna utilizzata.
Negli anni Ottanta poi i segni minimali degli anni Settanta vengono contaminati con nuovi segni dall’incedere ritmico e dal carattere esornativo (Contaminazioni), ma instaurano anche un dialogo aperto con la tradizione millenaria della pittura (Alter ego) – da Paolo Uccello a Piero Dorazio, da Tintoretto a Henri Matisse, fino a Paul Klee e Yves Klein – e con il mito classico (il primo titolo del ciclo delle Trasparenze è, infatti, Dioniso, il grande lavoro esposto alla Biennale di Venezia nel 1980).
L’evoluzione personale della pittura di Giorgio Griffa continua ancora nei nostri giorni dimostrando la sua capacità di indagare il mistero ineffabile dell’immagine che, oltre al gran numero di mostre tenute in sedi prestigiose in Italia e all’estero, gli ha meritato l’invito alla Biennale di Venezia del 2017 e la mostra monografica al Centro Pompidou di Parigi nel 2022.