Due artisti che pur operando in luoghi e tempi diversi avevano in comune la ricerca dell’essenzialità.
Giacometti / Sandback: L’Objet Invisible
La galleria internazionale David Zwinger presenta nella sua sede di Parigi una mostra che accoppia il lavoro di Alberto Giacometti (1901–1966) e Fred Sandback (1943–2003).
Artista visionario, Alberto Giacometti ha lasciato un segno importante nell’arte, realizzando opere che indagano l’animo dell’uomo, che l’artista vede come un essere solo e anonimo ma sempre in posizione eretta.
Membro del movimento surrealista da cui poi prenderà le distanze, Giacometti è stato un artista capace di interpretare l’uomo del Novecento e le sue fragilità.
Fred Sandback era uno scultore concettuale minimalista americano noto per le sue sculture, i disegni e per le sue istallazioni nello spazio.
Egli lavorava, infatti, con corda elastica e filato acrilico per delineare o biforcare lo spazio tridimensionale, creando forme volumetriche che riempiono la stanza utilizzando il minimo dei mezzi.
Sebbene Giacometti e Sandback abbiano lavorato in tempi e in registri visivi diversi, entrambi hanno trovato elementi comuni nell’uso dello spazio, della linea, della verticalità e dell’implicazione del movimento nel loro lavoro.
È programmata l’esposizione di sculture e opere su carta di entrambi gli artisti.
Di grande interesse sono i disegni distintivi e psicologicamente risonanti di Giacometti riferiti a soggetti come persone, nature morte e interni, che risuonano visivamente e concettualmente con le costruzioni verticali di Sandback.
Sono tutte opere che implicano necessariamente il corpo umano nella loro forma.
Il molto più giovane Sandback citava spesso Giacometti come una grande influenza.
Egli aveva avuto occasione di incontrare per la prima volta il lavoro dell’artista più anziano a Parigi, e aveva notato il suo lavoro come ricerca di uno spazio ridotto al suo essenziale, assai vicino al suo lavoro.
La mostra di Parigi sarà la prima mostra a presentare in dialogo questi due importanti artisti del Novecento.