Davide Balliano indaga i temi dell’esistenza, quali l’identità dell’uomo nell’era della tecnologia e il suo rapporto con il sublime.
Davide Balliano
La Galleria Cardi è stata fondata a Milano nel 1972 da Renato Cardi per promuovere il lavoro di quegli artisti italiani moderni e contemporanei che aveva iniziato a collezionare preveggentemente alla fine degli anni ’60.
Renato costruì una collezione illustre che comprendeva artisti come Cy Twombly, Lucio Fontana, Piero Manzoni e molti altri, tutti relativamente sconosciuti all’epoca, e nel corso degli anni acquisì opere che spaziano dall’Arte Povera allo Spazialismo.
Con queste premesse la galleria si è guadagnata un particolare prestigio nell’ambiente dell’arte della seconda metà del ‘900.
Dal 19 gennaio la galleria ospita una mostra personale dell’artista, torinese di nascita ma newyorkese per residenza e lavoro, Davide Balliano.
Nato nel 1983, Davide Balliano è un artista la cui ricerca opera sulla sottile linea di demarcazione tra pittura e scultura.
Utilizzando un linguaggio austero e minimale di geometrie astratte in forte dialogo con l’architettura, il suo lavoro indaga temi esistenziali come l’identità dell’uomo nell’era della tecnologia e il suo rapporto con il sublime.
Attraverso un lavoro di ricerca austero e concreto, i meticolosi dipinti di Balliano appaiono, a prima vista, puliti e precisi.
Tuttavia, un esame più attento rivela graffi e graffi che svelano la superficie organica del legno sotto gli strati di vernice, come una facciata in decomposizione.
Oltre alla pittura, Davide Balliano è noto anche per il suo lavoro scultoreo, che traduce il vocabolario visivo dei suoi dipinti in oggetti solidi, spesso in acciaio inossidabile o ceramica.