LA DONNESCA MANO
Donne artiste tra il XVI e il XVIII secolo:
Sofonisba Anguissola, Fede Galizia, Artemisia Gentileschi, Maria Luigia Raggi e Virginia da Vezzo
L’organizzazione, all’interno della Biennale Internazionale di Antiquariato di Roma, di una mostra dedicata ad alcune delle donne artiste italiane più significative dell’età moderna rappresenta un primo importante segnale di attenzione da parte del mercato nei confronti di una pittura di genere, tenuta ingiustamente in scarsa considerazione per decenni. La “mostra dossier”, curata da Consuelo Lollobrigida è dunque un omaggio al genio femminile, illustrato attraverso un percorso di una quindicina di opere allestite in una sala del primo piano di Palazzo Venezia.
Con l’eccezione di alcune figure “classiche”, come Artemisia Gentileschi, Lavinia Fontana o Giovanna Garzoni, lo sguardo dell’antiquario e dello studioso non si è mai spinto oltre. In realtà, la presenza delle donne nella pittura, nella scultura e nell’architettura nel XVI, XVII e XVIII secolo era un fenomeno più frequente di quanto si pensi.
A Roma una pratica artistica al femminile si ufficializza molto presto, nel 1608, quando l’Accademia di San Luca ammette alla frequenza dei corsi anche le donne, consentendo loro un percorso educativo simile ai colleghi uomini.
In breve tempo, anche le altre accademie d’Italia e d’Europa – la Clementina a Bologna e quella di Francia – si allineano a quella romana e la pratica artistica femminile diventa, non più sporadica o occasionale, ma sempre più connotata da una decisa impronta professionale.
In questa mostra si raccolgono alcune testimonianze figurative di Sofonisba Anguissola, Fede Galizia, Artemisia Gentileschi, Maria Luigia Raggi e Virginia da Vezzo, ponendo all’attenzione del pubblico importanti lavori di donnesca mano, così come sarebbero stati definiti da Giorgio Vasari, che a una scultrice, Properzia de’ Rossi, dedica una delle Vite del suo lavoro di critico.
Read moreLe donne artiste del Seicento, Artemisia e le altre alla Biennale di Antiquariato