Milan, Ti lascio solo perché è la vita, perché è il momento. Lo sai anche Tu.

Tutte le cose che state per leggere saranno sempre seconde, rispetto ad una. La prima e unica cosa che voglio che voi sappiate per sempre è questa: ho giocato e vinto per Noi. Giocare e vincere senza condividere le emozioni è nulla, invece io e voi, noi, abbiamo fatto tutto insieme. Abbiamo sperato, abbiamo sofferto, abbiamo esultato, abbiamo gioito. E abbiamo alzato le coppe e gli scudetti insieme ai nostri cuori. Siamo sempre stati sulla stessa lunghezza d’onda. E questo non ce lo toglierà mai nessuno.
Sapete, cari Milanisti, quando sono arrivato a Milano voi non lo sapevate. Ero in una stanza d’albergo e dovevo uscire il meno possibile, per non dare nell’occhio e per non compromettere quella trattativa di mercato fra la Juventus e il Milan. Le prime settimane, i primi mesi, mi avete studiato, ci siamo guardati.

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Milan, Ti lascio solo perché è la vita, perché è il momento. Lo sai anche Tu.

Tutte le cose che state per leggere saranno sempre seconde, rispetto ad una. La prima e unica cosa che voglio che voi sappiate per sempre è questa: ho giocato e vinto per Noi. Giocare e vincere senza condividere le emozioni è nulla, invece io e voi, noi, abbiamo fatto tutto insieme. Abbiamo sperato, abbiamo sofferto, abbiamo esultato, abbiamo gioito. E abbiamo alzato le coppe e gli scudetti insieme ai nostri cuori. Siamo sempre stati sulla stessa lunghezza d’onda. E questo non ce lo toglierà mai nessuno.
Sapete, cari Milanisti, quando sono arrivato a Milano voi non lo sapevate. Ero in una stanza d’albergo e dovevo uscire il meno possibile, per non dare nell’occhio e per non compromettere quella trattativa di mercato fra la Juventus e il Milan. Le prime settimane, i primi mesi, mi avete studiato, ci siamo guardati.

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Anselmo Bucci e gli amici di Novecento, a Fano

La Galleria Carifano, dal 22 giugno al 30 settembre, propone a Palazzo Corbelli un’ampia retrospettiva di Anselmo Bucci (Fossombrone 1887 – Monza 1955), affiancandolo ai suoi “Amici” di Novecento.  I commissari dell’esposizione Leo Guerra e Cristina Quadrio Curzio, con Alberto Montrasio e Daniele Astrologo Abadal, portano in mostra l’eclettica attività creativa di Bucci attraverso una selezione di dipinti, album e documenti d’archivio inediti, affiancati alle opere di altri protagonisti del Novecento che di Bucci furono amici e compagni di strada: Dudreville, Funi, Malerba, P. Marussig, Oppi, Sironi, oltre a Bonzagni, Egger Lienz, Martini, Mazzolani, Mazzucotelli, Modigliani, Viani Wildt, Rapporti testimoniati da lettere, fotografie, dediche autografe, evidenziati nelle mostre collettive allestite sotto l’egida di “Novecento”. “Al grande insuccesso tutti resistono. Sovrumano è resistere al piccolo successo” annotava Bucci in un suo famoso Aforisma. Affermazione espressa a ragion veduta, visto che, nonostante l’indubbia qualità della sua pittura e i molti riconoscimenti, non raggiunse il ruolo assoluto che pur legittimamente gli sarebbe spettato nella storia dell’arte del Novecento. Così nella letteratura, ambito quest’ultimo che pur gli fruttò il Premio Viareggio per il suo “Il pittore volante”. Con i libri, Bucci aveva dimestichezza anche come artista, per l’attività di incisore e illustratore, con esiti magnifici come nell’illustrazione a punta secca del “Libro della giungla” di Kipling. Ma fu anche pittore di guerra, documentando quel secondo conflitto mondiale che gli causò la perdita del suo studio milanese centrato da una bomba. Il primo, invece, lo aveva affrontato in bicicletta e pennello, arruolandosi nel Battaglione Volontari Ciclisti Lombardi con Boccioni, Funi, Martinetti, Sant’Elia, e traendone tavole dal forte impatto emozionale, alcune delle quali in mostra. Tra le due guerre, trovò anche il tempo per fare l’arredatore e il decoratore dei grandi piroscafi che portavano i colori italiani lungo le rotte mondiali e di affrescare il Palazzo di Giustizia di Milano.

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Anselmo Bucci e gli amici di Novecento, a Fano

La Galleria Carifano, dal 22 giugno al 30 settembre, propone a Palazzo Corbelli un’ampia retrospettiva di Anselmo Bucci (Fossombrone 1887 – Monza 1955), affiancandolo ai suoi “Amici” di Novecento.  I commissari dell’esposizione Leo Guerra e Cristina Quadrio Curzio, con Alberto Montrasio e Daniele Astrologo Abadal, portano in mostra l’eclettica attività creativa di Bucci attraverso una selezione di dipinti, album e documenti d’archivio inediti, affiancati alle opere di altri protagonisti del Novecento che di Bucci furono amici e compagni di strada: Dudreville, Funi, Malerba, P. Marussig, Oppi, Sironi, oltre a Bonzagni, Egger Lienz, Martini, Mazzolani, Mazzucotelli, Modigliani, Viani Wildt, Rapporti testimoniati da lettere, fotografie, dediche autografe, evidenziati nelle mostre collettive allestite sotto l’egida di “Novecento”. “Al grande insuccesso tutti resistono. Sovrumano è resistere al piccolo successo” annotava Bucci in un suo famoso Aforisma. Affermazione espressa a ragion veduta, visto che, nonostante l’indubbia qualità della sua pittura e i molti riconoscimenti, non raggiunse il ruolo assoluto che pur legittimamente gli sarebbe spettato nella storia dell’arte del Novecento. Così nella letteratura, ambito quest’ultimo che pur gli fruttò il Premio Viareggio per il suo “Il pittore volante”. Con i libri, Bucci aveva dimestichezza anche come artista, per l’attività di incisore e illustratore, con esiti magnifici come nell’illustrazione a punta secca del “Libro della giungla” di Kipling. Ma fu anche pittore di guerra, documentando quel secondo conflitto mondiale che gli causò la perdita del suo studio milanese centrato da una bomba. Il primo, invece, lo aveva affrontato in bicicletta e pennello, arruolandosi nel Battaglione Volontari Ciclisti Lombardi con Boccioni, Funi, Martinetti, Sant’Elia, e traendone tavole dal forte impatto emozionale, alcune delle quali in mostra. Tra le due guerre, trovò anche il tempo per fare l’arredatore e il decoratore dei grandi piroscafi che portavano i colori italiani lungo le rotte mondiali e di affrescare il Palazzo di Giustizia di Milano.

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