La più grande veduta di Venezia mai realizzata: è quella dipinta nel 1887 dal pittore e decoratore veneziano Giovanni Biasin: 22 metri di lunghezza
Venezia panoramica. La scoperta dell’orizzonte infinito
La Fondazione Querini Stampalia è una realtà unica a Venezia.
Istituzione complessa, la Fondazione ha sede in un palazzo settecentesco in Campo Santa Maria Formosa, nel quale sono intervenuti nella seconda metà del Novecento gli architetti Carlo Scarpa, con l’ala e il giardino scarpiano e Mario Botta.
Attraverso la Biblioteca, il Museo, l’architettura contemporanea e il vivace programma di attività culturali offre alla città un luogo d’incontro, di scoperta e di studio.
Intensa è l’attività espositiva con mostre temporanee e dal 14 maggio propone la visione di un’opera straordinaria la Venezia panoramica del pittore e decoratore veneziano Giovanni Biasin.
Conservata nelle collezioni dell’antica e prestigiosa Accademia dei Concordi di Rovigo, l’opera viene esposta per la prima volta alla Fondazione Querini Stampalia dopo il recentissimo restauro conservativo che ne ha recuperato gli splendidi colori originali.
Le sole dimensioni di questo singolare documento, una tempera su carta, bastano a sottolinearne l’eccezionalità: alta poco più di un metro e settanta, la veduta si sviluppa per ventidue metri di lunghezza.
Più che una ‘veduta’ è un ‘panorama’ della città che dopo Venezia sarà a Mosca.
Grazie all’Istituto Italiano di Cultura di Mosca, infatti, la mostra sarà accolta in autunno presso il Museo di Architettura A. V. Schusev, dimostrando ancora una volta quanto Venezia sia un instancabile motore di cultura a livello internazionale.
Il progetto espositivo nasce dal desiderio di presentare a Venezia, oltre un secolo dopo, lo sguardo originalissimo di Biasin sulla città, ma è anche l’occasione per ricostruire, attraverso una sessantina tra incisioni e dipinti, quel viaggio avvincente che parte dalle minuscole vignette xilografiche quattrocentesche, concentrate quasi soltanto su Piazza San Marco, e si allarga man mano a scorci sempre più vasti dello skyline di Venezia, fino ad abbracciarne l’intero orizzonte.