La società moderna sta vivendo un cambiamento: il linguaggio, le forme di comunicazione, i rapporti interpersonali, le mentalità, i gusti, gli usi, i costumi tutto si sta trasformando. L’era della digitalizzazione rende questa metamorfosi fondamentalmente più spettacolosa ed esasperata, perché la simulazione delle immagini, che ci assalgono e c’invadono, tende ad appannare sempre di più la distinzione tra il virtuale, ciò che appare e non è, ed il reale, ciò che non appare ma è. Nella società digitalizzata il mondo reale tende a produrre delle semplici immagini e queste, a loro volta, tendono a diventare degli esseri reali. In questa maniera: la realtà sorge nello e dallo spettacolo e lo spettacolo è reale. Questa alienazione reciproca è l’essenza e il sostegno della società esistente. Nella società digitalizzata la realtà è divisa tra immagine e finzione. A differenza del passato, non conta più avere, ma solo apparire e farlo in ciò che si crede di essere. L’apparire, per sua natura, finisce col far prevalere l’immagine sulla cosa, la copia sull’originale, la rappresentazione sulla realtà, l’apparenza sull’essere. E in questo curioso panorama si assiste a fenomeni abbastanza “tristi”.