SILVIA ROSI. Disintegrata

- DATA INIZIO: 28/04/2024

- DATA FINE: 28/07/2024

- LUOGO: REGGIO EMILIA – Collezione Maramotti

- INDIRIZZO: Via fratelli Cervi, 66

- TEL: +39 0522 382484

Silvia Rosi trasferisce la sensibilità delle sue esperienze africane in una ricerca, di grande interesse sociale, sulla quotidianità e vicende degli afrodiscendenti in Italia

Collezione Maramotti di Reggio Emilia ospita la mostra fotografica SILVIA ROSI. Disintegrata, fino al 28 luglio

 

Collezione Maramotti di Reggio Emilia ospita la mostra fotografica SILVIA ROSI. Disintegrata, fino al 28 luglio
Installation view

 

La Collezione Maramotti è una collezione di arte contemporanea privata che ha aperto al pubblico nel 2007, nella sede storica della società Max Mara, a Reggio Emilia.

In occasione della XIX edizione del festival di Fotografia Europea, incentrata sul concept La natura ama nascondersi, Collezione Maramotti presenta la prima mostra personale istituzionale italiana di Silvia Rosi, dal titolo Disintegrata.

Nata nel 1992 in provincia di Reggio Emilia l’artista vive tra San Cesario sul Panaro (Modena), Lomé (Togo) e Londra, acquisendo nel suo lavoro una dimensione internazionale.

Aperta fino al 28 luglio 2024 Disintegrata, specificamente concepita per la Collezione, include venti nuove opere fotografiche, alcune immagini in movimento e un nucleo di fotografie d’archivio raccolte dall’artista in Italia – e principalmente in Emilia-Romagna – tra il 2023 e il 2024.

Coadiuvata dal lavoro di Mistura Allison, Theophilus Imani e Ifeoma Nneka Emelurumonye, Rosi ha percorso il territorio per raccogliere centinaia di fotografie ordinarie, scatti di album di famiglia che raccontano la quotidianità di chi, giunto dall’Africa prima del Duemila, ritraeva sé e la propria vita in contesti diversi.

La mostra rappresenta il punto di partenza di un più ampio progetto di Rosi: l’attivazione di una rete italiana di cittadini afrodiscendenti – una prolifica operazione di community building – e la formazione di un archivio familiare delle diaspore afrodiscendenti in Italia, con la volontà di approfondire nuove possibilità di trasmissione della conoscenza visiva attraverso immagini vernacolari.

Queste fotografie svolgono complesse funzioni sociali, diventando strumenti, per i soggetti e gli osservatori, per affermare o indagare questioni di identità personale, appartenenza familiare, identificazione di genere, status di classe, affinità nazionale o appartenenza a comunità, a volte in conformità con le norme sociali, a volte in contrasto con esse.

La produzione di immagini da parte della diaspora africana in Italia è ed è stata costante, ma in qualche modo risulta difficile da rintracciare: l’archivio iconografico collettivo che unisce queste comunità esiste in potenza, ma appare ancora instabile, disseminato, dis-integrato.

È solo uscendo dalla cerchia familiare in cui ha avuto origine, attraverso un riconoscimento esterno, che un’immagine può essere ascritta al dominio del vernacolare.

ORARI DI APERTURA

  • Giovedì e venerdì 14.30 – 18.30
  • Sabato e domenica 10.30 – 18.30

INFO

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