Pi greco – Il teorema del delirio

Maximillian Cohen (Sean Gullette), all’età di 6 anni, dopo aver guardato direttamente il Sole per troppo tempo ha rischiato di perdere la vista per sempre. Da quel giorno soffre di continui mal di testa e fa uso eccessivo di medicinali per ridurre i dolori. Matematico eccentrico e solitario, vive nella sua “tana-laboratorio” e l’unico suo confidente è il suo amico-professore Sol Robeson (Mark Margolis) a cui confida le sue ricerche ed i suoi dubbi. Max crede che la matematica è in tutte le cose e di conseguenza regola la vita di tutti e di tutto. Ogni cosa può essere spiegata e rappresentata attraverso numeri e formule matematiche. Le sue ricerche sono incentrate sulle azioni della borsa e su uno schema in grado di predire le quotazioni. Le sue ricerche non sono sconosciute a Wall Street e quest’ultimi cercheranno di accaparrarsi delle sue ricerche. Max entrerà in contatto con un ebreo numerologo, studioso della Torah, che gli spiegherà che ogni lettera dell’alfabeto ebraico corrisponde ad un numero, confondendolo. Pi Greco è una pellicola indipendete a basso costo del 1998, diretto e scritto da Darren Aronofsky. Il film fu presentato al Sundance Film Festival riscuotendo un buon successo di critica e  fu premiato con l’Indipendent Spirit Award per la miglior sceneggiatura d’esordio. Ambientato prevalentemente in interni (il laboratorio di Max o il salone di Sol) dove il soggetto è protagonista assoluto di ogni inquadratura lasciando poco spazio agli sfondi. Anche le corse e gli inseguimenti sono puntati sul volto del protagonista e non sulle gambe, rendendo il tutto una situazione claustrofobica anche in quelle poche occasioni di situazioni all’aperto. La sensazione viene spinta all’eccesso quando il regista decide di operare all’interno della metropolitana i deliri del protagonista (e quale mezzo è più claustrofobico della metro). Anche la scelta del colore aumenta questa sensazione, in fatti il bianco e nero viene sgranato all’eccesso rendendo alcune scene “bruciate”. Fonte: Riccardo Piccione (Teatro.org)

 

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