Gli spazi della galleria building ospitano sei artisti contemporanei che utilizzano la pittura figurativa in modo profondamente diverso tra loro.
ON THE WALL
BUILDING, nel centro di Milano, è un luogo destinato all’arte nelle sue più varie forme di espressione.
Nata dalla visione di Moshe Tabibnia, BUILDING segue una programmazione incentrata su una ricerca artistica storica e contemporanea che si compone di una trama di opere e artisti il cui disegno complessivo emergerà nel tempo.
Da giovedì 20 gennaio a sabato 19 marzo 2022, la galleria presenta On the Wall, mostra collettiva a cura di Demetrio Paparoni con opere di:
Paola Angelini, (San Benedetto del Tronto, 1983). A caratterizzare la sua poetica sono il legame tra concretezza e visione, le influenze delle memorie personali e della storia della pittura, il ruolo della discontinuità e del dialogo con i maestri.
Rafael Megall, (Rafael Melikyan, Yerevan, 1983). I suoi principali soggetti sono pantere, tigri e giaguari, ma anche porcellane frantumate, personaggi dei cartoon, figure iconiche, esseri mostruosi e ibridi, spesso raffigurati su uno sfondo fitomorfo.
Justin Mortimer, (Cosford, 1970). Le sue opere combinano immagini provenienti da Internet con materiale d’archivio di vecchi libri e riviste.
Nicola Samorì, (Forlì, 1977). Partendo da copie minuziosamente realizzate di opere di grandi maestri, in particolar modo del Cinquecento e del Seicento, nelle quali domina lo scontro tra luce e ombra, Samorì le trasforma e reinterpreta con lo spirito turbato del nostro secolo.
Vibeke Slyngstad (Oslo, 1968). La sua pratica pittorica, radicata nel Romanticismo, affronta nello stesso tempo un’analisi critica ai limiti della fotografia, di cui riprende nei suoi paesaggi anche i difetti dovuti alle macchie di luce.
Ruprecht von Kaufmann, (Monaco, 1974). I suoi dipinti, forti ed emotivi, sono intenzionalmente inquietanti.
Il progetto espositivo, che include più di quaranta opere di questi artisti che utilizzano la pittura figurativa in modo profondamente diverso tra loro, è stato appositamente studiato per i quattro piani di BUILDING.
I dipinti, realizzati per questa mostra o mai esposti prima in Italia, sono in buona parte di grande formato.
Il titolo può evocare il ruolo dell’opera d’arte rispetto al muro in cui è collocata.
Rifacendosi infatti al concetto rinascimentale che vede nel quadro una finestra aperta sul mondo esterno, il curatore identifica in esso un detonatore poetico capace di aprire varchi verso il mondo esterno, ma anche verso una dimensione intima o virtuale.