Lavoro: stipendi come 20 anni fa, danni di una guerra

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Fonte: FANPAGE

A novembre l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie calcolato dall’Istat rimane invariato rispetto al mese precedente e aumenta dell’1,3% nei confronti di novembre 2012. Si tratta del livello più basso dal 1992.

A novembre gli stipendi degli italiani sono fermi rispetto a ottobre e in aumento solo dell’1.3% nel confronto con lo scorso anno. A dirlo è l’Istat che parla della crescita annuale più lenta dal 1992 a oggi, ovvero da 21 anni. L’Istituto di statistica spiega che complessivamente, nei primi 11 mesi del 2013, la retribuzione oraria media è cresciuta dell’1.4% rispetto al corrispondente periodo del 2012. Con riferimento ai principali macrosettori, a novembre le retribuzioni contrattuali orarie registrano un incremento tendenziale dell’1,7% per i dipendenti del settore privato e nessuna variazione per quelli della pubblica amministrazione.

I dati dell’Istat – I settori che nel mese scorso presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono – emerge dall’indagine dell’Istat – telecomunicazioni (4,0%), agricoltura (3,3%), chimica e metalmeccanica (entrambi i settori del 2,3%). Si registrano poi variazioni nulle in tutti i comparti della pubblica amministrazione, dove pesa il blocco che si protrae da lungo tempo. L’Istat rileva ancora che alla fine di novembre 2013 la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 48.9% nel totale dell’economia e del 34% nel settore privato. Per quanto riguarda l’attesa del rinnovo per i lavoratori con contratto scaduto in media è di 31.2 mesi per l’insieme dei dipendenti e di 17.6 mesi per i lavoratori del settore privato.

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