Ziemke rappresenta paesaggi devastati e ritratti di scienziati del Novecento   con il suo stile figurativo e il sapiente uso di inchiostri colorati

Katharina Ziemke: Ce qui reste à faire

Isabelle Gounod ha aperto il suo primo spazio espositivo nel 2004 a Boulogne-Billancourt, trasferendosi poi nello più ampio spazio attuale nel 2011.

Ha iniziato subito ad investire in una nuova generazione di artisti ai quali ha dedicato diverse mostre a partire dal 2006. oltre a portarli in importanti rassegne e manifestazioni d’arte internazionali.

Tra questi artisti rientra anche Katharina ZIEMKE, nata a Kiel (Germania) nel 1979, che attualmente vive e lavora a Berlino e sarà in mostra in galleria dal 13 febbraio.

Ziemke si è formata presso l’Ecole Supérieure des Beaux-Arts de Paris dove ha iniziato con i suoi primi dipinti caratterizzati dall’aspetto smaltato e ceroso delle superfici che crea una sensazione di ambiguità tra reale e artificiale.

Ora usa, nei disegni, l’inchiostro colorato con il quale costruisce uno strano universo, coltivando dubbi sulla natura del soggetti e dando per vedere la mutevolezza dell’immagine.

Per la sua seconda mostra personale alla Galerie Isabelle Gounod, Katharina Ziemke ha prodotto due dipinti inediti, che la presentazione simultanea tende a creare un dialogo.

Da un lato, un insieme di paesaggi devastati dallo sconvolgimento climatico, che continua la ricerca avviata dall’artista nel 2019 con la serie Storm e sviluppa un approccio sia romantico che critico.

Dall’altra, una serie di ritratti di scienziate del Novecento, che rispondono a una particolare forma di attivismo: portare alla luce, per rendergli omaggio, i volti di chi è rimasta per troppo tempo all’ombra.